(di Manuela Tulli)
I cattolici sono presenti nelle
diverse forze politiche ma "il vero nodo è intendersi su cosa
significhi fare politica e fare delle politiche ispirate alla
Dottrina sociale della Chiesa. Abbiamo assistito a una
trasformazione della politica in cui è cambiato il profilo di
chi fa il politico e il perché lo fa. Io spero che l'appello di
papa Francesco, nell'enciclica Fratelli tutti, all'amore
politico riattivi nel cuore di qualcuno la scelta di tradurre
l'attenzione al prossimo, al bene comune, alla Dottrina sociale
nella laicità della politica". Lo afferma il cardinale
presidente della Cei Matteo Zuppi in una intervista a tutto
campo con La Civiltà Cattolica.
Nel colloquio tra il presidente dei vescovi italiani e il
direttore della rivista dei Gesuiti, padre Nuno da Silva
Goncalves, e Simone Sereni, si parla di tutti i nodi che
affronta la Chiesa, dagli abusi all'8 per mille, dal calo delle
vocazioni alla necessità di una pastorale che includa "tutti,
tutti, tutti", come chiede Papa Francesco.
Zuppi parla anche dei rapporti con il governo di Giorgia
Meloni: "C'è una buona interlocuzione, e su certi tavoli ottima
collaborazione. Sul tema dei migranti, c'è certamente
un'interlocuzione dialettica, come d'altra parte è successo
anche con i governi precedenti. La richiesta è salvare le
persone e creare un sistema che funzioni, che sconfigga con la
legalità l'illegalità". "Purtroppo, quando questa attenzione è
percepita come un optional o deformata come fosse un 'dentro
tutti', non ci stiamo. La Chiesa - spiega Zuppi - non ha mai
detto 'dentro tutti', così come non ha mai detto 'fuori tutti':
ha detto che si devono salvare tutti e che si deve creare un
sistema di accoglienza, serio, funzionante, di diritti e doveri,
che richiede anche una politica europea, e l'Europa è largamente
assente, purtroppo". Per Zuppi "i corridoi umanitari sono
un'indicazione chiara e possibile di come far arrivare in
sicurezza".
Guardando alle questioni più interne alla Chiesa, e alle
aperture di Papa Francesco che talvolta hanno creato polemiche,
il card. Zuppi sottolinea: "Io penso che dire 'tutti' non
significhi che la Chiesa diventa un albergo, ma la vera sfida è
essere una casa. Perché c'è certamente la tentazione che la
Chiesa diventi un albergo: un albergo con più o meno stelle, con
varie tradizioni e sensibilità, una Chiesa che alla fine si
impoverisce. Ma non si può resistere a tale tentazione con le
dogane, come direbbe il Papa, o con i filtri: la sfida è far
sentire tutti a casa".
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