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Il silenzio è Tory, nel Berkshire che vota May

Il silenzio è Tory, nel Berkshire che vota May

Premier confida in Paese profondo. E strappa la Brexit all'Ukip

SONNING (BERKSHIRE, 08 giugno 2017, 08:38

Alessandro Logroscino e Lorenzo Amuso

ANSACheck

Theresa May © ANSA/EPA

Theresa May © ANSA/EPA
Theresa May © ANSA/EPA

 Il silenzio da queste parti é d'oro. Anzi è d'obbligo, figlio di uno stile di vita in cui l'understatement, la riservatezza, s'incrocia con il benessere diffuso (per usare un eufemismo) e la fedeltà al voto conservatore. La contea é quella del Berkshire, a ovest di Londra, un territorio immerso nella verde campagna inglese che lo scrittore Jerome K. Jerome descrisse come "la nicchia più fiabesca di tutto il Tamigi". E che oggi é un balsamo di salute per Theresa May.
    Se la premier Tory riuscirà a portare a casa quella vittoria che tutti da settimane danno per scontata lo dovrà anche a posti come questo. Tanto taciturni e scostanti, quanto allegra e rumorosa appare la platea di giovani militanti che in queste ore sta animando i sogni di rimonta del vecchio leader laburista radicale Jeremy Corbyn, beniamino al contrario tanto dell'Inghilterra marginale del malcontento sociale, quanto di una generazione di 'millennial' stanchi di precarietà.
    Niente a che vedere con il clima di Sonning, che é, nel cuore del Berkshire, il confortevole 'buen retiro' di lady Theresa quando scappa via dagli affanni di Downing Street. Un paesino incantato ed esclusivo, ad alto tasso di celebrità: da George Clooney a Jimmy Page, dal sultano dell'Oman ai coniugi Middleton (genitori di Kate e Pippa). Dal 1997 è l'avamposto elettorale dell'attuale primo ministro, inserito nel collegio di Maidenhead. La consegna del silenzio pare assoluta per i rappresentanti locali del partito di governo. Gli ordini di scuderia imposti dall'entourage della May - dominato ormai dai due capi dello staff, Fiona Hill, 'cane da guardia' che filtra ogni contatto con media o pubblico, e Nick Timothy, ideologo tradizionalista ed euroscettico che ha messo la Brexit 'al centro del villaggio' politico Tory - sono chiari: solo dichiarazioni ufficiali o interviste concordate. Qualcosa in più, ma senza esagerare, arriva dalla voce degli elettori. "Theresa è molto attiva in questa comunità - racconta grato Oliver, un elegante pensionato dall'impeccabile e flautata cortesia -. Ricordo quando è intervenuta a una recente serata di beneficenza con suo marito Philip, restando tutto il tempo sebbene fosse esausta". "La May é stata un genio a indire le elezioni, é una grande donna, vincerà e potrà controllare il Parlamento", si sbilancia Kirsten Faizul, estetista con tante clienti affezionate, raro esempio d'euforia d'importazione. Alle ultime elezioni May ha mietuto qui il 65% delle preferenze, per la conferma a deputata. Domani (oggi, ndr) è certa di poter persuadere ancora il grosso dei residenti - conservatori per ceto prima che per scelta - a votarla. E a digerirne la svolta a tutta Brexit.
    Una svolta che nel collegio di Maidenhead non sembra costituire un grosso problema, malgrado al referendum del 23 giugno 2016 la maggioranza in queste contrade si sia espressa contro il divorzio da Bruxelles (ma in genere per prudenza, non certo per euroentusiasmo). E che, del resto, trascina il consenso pro-Tory altrove. Per esempio nella non troppo lontana circoscrizione di Clacton, a est di Londra, sulla costa, dove ricchi e famosi non se ne trovano nemmeno a cercarne con il lanternino. In poche decine di chilometri si passa alle atmosfere d'una cittadina decadente e degradata: un tempo florida stazione balneare, ma da decenni emarginata e dimenticata dalla politica nazionale, famosa solo per i suoi primati negativi. Qua si vive di sussidi statali e retorica anti-immigrati. "I governi hanno sempre favorito l'immigrazione clandestina che ha finito per rubare posti di lavoro a noi britannici attraverso stipendi più bassi", denuncia all'ANSA Pete, disoccupato ultracinquantenne, intercettato a caso per strada. Il suo è il risentimento di molti, tanto che nel 2015 a Clacton l'Ukip ha visto eleggere il suo unico deputato. I sondaggi, però, annunciano adesso un avvicendamento inevitabile, a Brexit raggiunta. "La gente pensa che l'Ukip abbia fatto il suo tempo e non ci sia più ragione per votarlo - dice fiducioso Giles Watling, candidato locale Tory -. E' il momento di tornare a una politica più stabile e tradizionale, meno divisiva". Quasi come dire: stesso messaggio, ma in guanti di velluto.
   

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