Le banche australiane chiedono ai
parlamentari federali di obbligare per legge gli operatori di
social media, a partire da Meta e Apple, che accusano di non
proteggere gli utenti da raggiri online, a sottoscrivere nuovi
codici obbligatori anti-truffa. La direttrice esecutiva
dell'Australian Banking Association Anna Bligh, che rappresenta
20 banche incluse le 'big four' - Commonwealth Bank, Westpac,
ANZ e National Australia Bank - in una lettera ai parlamentari
scrive che il 68% delle perdite per truffa nel quarto trimestre
2023 erano originate da contatti a mezzo di social media,
telefono e email.
"E' per questo che il prossimo passo deve essere una
legislazione nazionale per stabilire codici obbligatori con
chiari obblighi su banche, compagnie di telecomunicazione e
piattaforme digitali, per proteggere gli australiani dalla piaga
degli scam", scrive. "Questo richiederà uno sforzo collettivo
per meglio proteggere gli australiani da truffe, che può essere
efficace solo se ogni parte della catena si impegna il più
seriamente possibile", aggiunge.
Un sondaggio commissionato dall'Australian Banking
Association il mese scorso mostra che, rispettivamente, solo il
27% e il 40% degli australiani ritengono che Facebook e Google,
educhino adeguatamente gli utenti su come proteggersi da truffe,
sviluppando piattaforme e sistemi sicuri per minimizzarle. E gli
ultimi dati del National Anti-scam Centre indicano che le
perdite per raggiri originati da piattaforme di social media
hanno registrato un'impennata del 66%, da 56 milioni di dollari
australiani nel 2021 a 93 milioni nel 2023 (da 34 a 40 milioni
di euro).
Il governo laburista federale ha indicato che introdurrà fra
breve una normativa su un codice obbligatorio anti-truffe,
delineando le responsabilità del settore privato, in particolare
comunicazioni, piattaforme digitali e compagnie telefoniche. I
rapporti sono divenuti molto tesi tra il governo Albanese e
Meta, dopo che la compagnia ha rescisso unilateralmente
l'accordo con gli organi di stampa australiani sul pagamento per
i loro contenuti. Sotto il Media Bargaining Code, Meta e Google
avevano stretto accordi con le aziende dei media nel 2021 per un
valore combinato di 250 milioni di dollari l'anno (150 milioni
di euro) per gli editori, che era in scadenza nella seconda metà
del 2024.
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