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Annalena Benini, il Salone è pluralista, è il luogo della parola

Annalena Benini, il Salone è pluralista, è il luogo della parola

Orgogliosa per Rushdie, non vedo l'ora di incontrare Morandi

TORINO, 07 maggio 2024, 11:08

di Amalia Angotti

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

Ormai ci siamo, manca poco davvero. Giovedì 9 maggio torna il Salone Internazionale del Libro di Torino, il primo sotto la guida di Annalena Benini. Per lei sono giorni frenetici: la sua agenda è fitta di riunioni, interviste, sopralluoghi. "Sarà la festa dell'incontro fisico tra autori e autrici che vengono da molto lontano, visitatori, relatori.
    Considero imprescindibile per la sua riuscita che le persone siano felici di essere presenti, che sia un Salone vivo, pieno di gente. Non si può non guardare ai numeri, ma conta anche l'atmosfera", spiega all'ANSA la direttrice che confessa sorridendo: "monitoro solo ossessivamente il meteo".
    Nessun timore, assicura. "Sono molto tranquilla. Quando tutto è iniziato, un po' più di un anno fa, mi sentivo come se mi avessero spedita su Marte. Ora sono serena. E' un posto in cui mi trovo a mio agio, un lavoro che mi piace tantissimo con una grande squadra. Sono molto fiera del programma, lo abbiamo costruito con passione. Tutti vogliono venire al Salone", racconta.
    Non la preoccupano neppure le polemiche che nella passata edizione hanno turbato in qualche momento la grande manifestazione. "Siamo pronti a gestire le situazioni che possono rivelarsi complicate - spiega - lo faremo tranquillamente. Prevale molto di più la gioia di fare una cosa bella rispetto alla preoccupazione che succeda qualcosa. Intorno al Salone non sento malevolenza, sento amore. Il Salone per sua natura è un luogo sano, di incontro e da sempre fa da cassa di risonanza alle discussioni, alle idee, ai pensieri. E' giusto e bello che continui a essere questo. il pluralismo è imprescindibile, è il luogo della parola. Mi auguro che ci siano discussioni e incontri costruttivi, in cui idee e pensieri diversi possano incontrarsi invece che scontrarsi". Non è un caso che tra i fiori dell'occhiello del suo primo Salone ci sia l'incontro del 10 maggio con Salman Rushdie: "Ha richiesto un grande lavoro di mesi. Rushdie si sta riprendendo da un attentato in un luogo pubblico ed è bello che abbia accettato di partecipare a un incontro in una sala di 1.200 persone. Mi sembra che simbolicamente sia il migliore messaggio di positività contro l'odio e il tentativo di zittire voci diverse".
    In questo anno di lavoro i 'patti' con la politica sono stati mantenuti. "Non ho avuto pressioni, mai, neanche l'ombra. Comune di Torino e Regione Piemonte sono stati di parola, così come il governo. L'indipendenza è fondamentale per costruire cose belle" assicura la direttrice che avverte: "il Salone è aperto a tutti, ma la campagna elettorale resta fuori. Siamo stati molto attenti, abbiamo seguito le regole".
    Sarà un Salone in continuità con i sette di Nicola Lagioia o di rottura? "Non ho mai cercato la rottura, ma porto la mia personalità, porto anche qualcosa di diverso come è naturale che sia. C'è un'attenzione al mondo femminile nel pensiero, nella letteratura, nella scienza e nell'attualità che riguarda il mio percorso. Il fil rouge di tutta la programmazione del Salone è la celebrazione di grandi donne del passato, del presente e del futuro nella letteratura, nella filosofia, nella poesia e nell'attualità. E' una passione che mi accompagna di tempo". Ma lei a quali incontri non vorrebbe mancare? "Il programma è ricchissimo. Sono felicissima che venga la Strout alla cerimonia inaugurale, ho letto la sua lezione ed è meravigliosa, e non vedo l'ora di incontrare Gianni Morandi".
   

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