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Dalla moglie di Fausto Brizzi appello per la privacy

Dalla moglie di Fausto Brizzi appello per la privacy

"Accuse non corrispondono alla persona che conosco. Ora resto qui"

ROMA, 15 novembre 2017, 21:41

di Giorgiana Cristalli

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Il regista Fausto Brizzi, insieme a sua moglie Claudia Zanella, ritratti nella loro casa a Roma, 4 aprile 2015 - RIPRODUZIONE RISERVATA

Il regista Fausto Brizzi, insieme a sua moglie Claudia Zanella, ritratti nella loro casa a Roma, 4  aprile 2015 - RIPRODUZIONE RISERVATA
Il regista Fausto Brizzi, insieme a sua moglie Claudia Zanella, ritratti nella loro casa a Roma, 4 aprile 2015 - RIPRODUZIONE RISERVATA

"Ho iniziato a fare l'attrice a 11 anni, oggi ne ho 38. In questi anni mi è capitato di sentire di tutto, racconti di molestie di produttori su attori e attrici, abusi di potere da parte di registi e casting (uomini e donne), avance ricevute poco gentili e decisamente fuori luogo. Ho anche conosciuto attori e attrici alla ricerca di notorietà a tutti i costi": inizia così il testo scritto da Claudia Zanella per esprimere vicinanza al marito Fausto Brizzi, nell'occhio del ciclone per lo scandalo molestie.
    "Se buona parte di tutto ciò che ho sentito ed è circolato nel nostro mondo fosse vero, da essere umano profondamente rispettoso del prossimo, ne sarei profondamente disgustata. Però - precisa l'attrice - deve esserci una distinzione: davanti alla violenza o all'abuso dobbiamo correre dai carabinieri e denunciare; davanti ad un approccio non gradito, invece, dobbiamo rispondere con un secco 'no', e andarcene, come ho fatto io stessa molte volte in questi anni nell'ambiente del cinema, della televisione e della moda", scrive ancora, prima di ribadire il concetto: "Si può e si deve dire di NO davanti a una avance di un produttore o di un regista importante, se questo non ci piace. Perché la carriera si costruisce con il talento, lo studio, l'impegno, non a letto". Le pesanti accuse rivolte a Brizzi in tv e sui giornali negli ultimi giorni hanno compromesso la sua reputazione e comportato la cessione delle quote che deteneva nella società di produzione cinematografica Wildside e la presa di distanza nei suoi confronti da parte della Warner Bros. Entertainment Italia che lo ha cancellato dalla promozione del suo film di Natale 'Poveri da ricchissimi', manifestando l'intenzione di non lavorare più con lui in futuro.
    Ma soprattutto hanno turbato la sua pace familiare, un anno e mezzo dopo la nascita della sua prima figlia Penelope Nina. Claudia Zanella racconta le sue sensazioni più private dopo questo terremoto che ha sconvolto la sua vita: "Mi addolora molto ascoltare le accuse che sono state rivolte a Fausto - scrive - perché non corrispondono in nessun modo alla persona che conosco, pur nutrendo il massimo rispetto per le donne che si sono sentite ferite. Mi spiace anche perché a prescindere dal fatto che l'imputato in questo tribunale mediatico sia mio marito, non trovo affatto corretto per nessuno essere descritto come il peggiore dei criminali".
    "Mio marito - scrive ancora - ha ribadito, più volte, di non aver mai avuto rapporti non consenzienti. In questo momento gli sono vicina perché così avviene tra una moglie e un marito quando si affrontano periodi difficili. Queste accuse formulate in tv, nei salotti televisivi di trasmissioni di gossip, senza nessuna garanzia, possono distruggere la carriera di un uomo, il suo matrimonio e la sua esistenza. Se mio marito ha avuto rapporti con altre donne nel corso del nostro matrimonio, voglio parlarne da sola con lui, nel nostro privato, come è giusto che sia. Devo capire se come moglie mi ha mancato di rispetto. Sono madre di una meravigliosa figlia femmina, e devo esserle di esempio".
    Infine un appello al rispetto della privacy della famiglia, in linea con quanto dichiarato dal primo minuto dal regista che aveva invocato il massimo rispetto per la moglie in particolare.
    "Sono barricata in casa da 5 giorni e non posso nemmeno portare mia figlia di un anno e mezzo al parco, perché sotto al nostro portone ci sono giornalisti e paparazzi a qualsiasi ora del giorno e della notte. Anche questa - conclude - può essere considerata violenza sulle donne: in questo caso io e mia figlia".

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