Per documentare la
realizzazione dei lavori edili, in realtà mai avvenuti, emetteva
fatture nei confronti di inconsapevoli persone fisiche, tra cui
detenuti, nullatenenti e percettori del reddito di cittadinanza
in Italia, e, grazie al meccanismo dello sconto in fattura,
otteneva crediti d'imposta per compensare altri debiti tributari
o monetizzarli presso intermediari finanziari o banche ignari
della provenienza illecita. Sarebbe questo il meccanismo
scoperto dalla Compagnia della Guardia di Finanza di Civitanova
Marche che hanno segnalato un imprenditore alla Procura di
Macerata per reati fiscali e truffa aggravata finalizzata a
conseguire erogazioni pubbliche. Nei confronti dell'indagato, di
origine inglese, titolare di un'impresa edile nel Maceratese, il
gip di Macerata, condividendo le ipotesi delittuose delineate
dalle Fiamme Gialle e su istanza della Procura, il sequestro
preventivo finalizzato alla confisca, anche per equivalente, di
un importo pari ad oltre un milione di euro, quale profitto dei
reati di truffa e di evasione fiscale.
I Finanzieri hanno eseguito il provvedimento cautelare reale,
sottoponendo a sequestro i conti correnti personali intestati
all'indagato e, con l'ausilio dell'Agenzia delle Entrate, i
crediti di imposta rinvenuti all'interno del cassetto fiscale
dell'imprenditore per un importo pari a 200mila euro. La Guardia
di Finanza ha smascherano il meccanismo fraudolento al termine
di un'articolata operazione di servizio avviata mediante una
preventiva fase investigativa rivolta alla verifica sulla
corretta spettanza dei bonus in materia edilizia, previsti dal
cosiddetto Decreto Rilancio (Dl n. 34/2020). Gli approfondimenti
svolti dai militari hanno permesso di accertare la mancata
esecuzione dei lavori edili e che la maggior parte dei
destinatari delle fatture risultasse in realtà detenuta,
nullatenente ovvero percettrice di reddito di cittadinanza.
Circostanza che ha privato di fondamento i relativi crediti
d'imposta indebitamente maturati.
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