Era seminfermo di mente, Besart
Imeri, 26 enne di origine macedone, quando il 4 gennaio scorso
uccise il figlio di cinque anni, soffocandolo, a Cupramontana
(Ancona). La circostanza riconosciuta dal gup Francesca De Palma
ha inciso sulla pena erogata all'ex operaio: 12 anni di
reclusione con rito abbreviato. La parziale incapacità di
intendere e di volere era stata riscontrata dall'esperta
Francesca Bozzi incaricata dal gup. Il pm Valentina Bavai aveva
chiesto una condanna a 14 anni e 8 mesi di reclusione ritenendo
le circostanze aggravanti relative alla parentela equivalenti
alle attenuanti della seminfermità. Il giudice però ha ritenuto
prevalenti le attenuanti. Nel primo interrogatorio Imeri aveva
parlato di una forza sovrannaturale che lo avrebbe spinto a
uccidere il figlio: quel giorno erano usciti di casa insieme e
aveva fatto salire il bimbo in auto dicendo che doveva andare a
comprare le sigarette. Proprio fuori dell'abitazione lo aveva
invece soffocato sul sedile posteriore della sua auto.
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