Ha ottenuto i domiciliari con il
braccialetto elettronico ma a causa del basso numero dei
dispositivi disponibili deve restare in carcere: è la condizione
di Nicolò, un giovane che tre mesi fa è stato arrestato dopo
aver preso parte alla manifestazione antifascista del 22
febbraio a Torino, secondo quanto denuncia il centro sociale
Askatasuna.
"C'è chi non ha aspettato di vedere Salvini ministro
dell'Interno - si legge in una nota - per scendere in piazza
contro il razzismo. A Nicolò non viene contestata una singola
condotta, ma una colpa collettiva. Non esiste contro di lui
alcuna accusa concreta. Si tratta di un processo di una gravità
inaudita, completamente politico, avvenuto in campagna
elettorale su pressioni di Renzi e Salvini".
"Nelle prossime settimane - annuncia Askatasuna - lanceremo
una campagna #Nicolibero. Tutti e tutte dovrebbero essere a
fianco di chi sta pagando a duro prezzo per essersi speso in
prima persona contro il fascismo odierno".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA