(ANSA) - PERUGIA, 05 MAG - "Senza nulla togliere a San
Gennaro, nello scudetto del Napoli c'è anche la mano di San
Francesco": a dirlo all'ANSA è un tifoso azzurro speciale, padre
Agnello Stoia, parroco di San Pietro a Roma, appartenente
all'ordine dei francescani conventuali.
Il calcio e il Napoli, per lui che è nato sotto il Vesuvio,
sono una passione che si porta dietro fin da bambino e che non
ha abbandonato nemmeno indossando il saio. "Anzi - racconta
padre Stoia - una quindicina di anni fa, all'interno del
convento di Montella, in provincia di Avellino, noi frati
fondammo il club Napoli San Francesco, di cui era presidente
Fiorella, una grande tifosa. Era stato un modo per aggregare
giovani e meno giovani, ad ogni partita degli azzurri aprivamo
le porte del convento per seguirla tutti assieme".
Secondo il francescano "il calcio e lo sport in generale sono
un grande collante sociale". "La vittoria di questo campionato
da parte dei ragazzi di Luciano Spalletti - aggiunge - è il
riscatto di una città e dell'intero meridione".
"Se ieri sera ho festeggiato? Sono rimasto in convento e ho
chattato con tanti amici napoletani sparsi nel mondo" racconta
il frate. "Confesso che mi sarebbe piaciuto anche sparare
qualche fuoco d'artificio - aggiunge -, ma non ne avevo e poi
avrei svegliato tutti i fratelli che vivono qui".
Tra i suoi parrocchiani c'è stato anche il presidente Aurelio
De Laurentis: "in questa Pasqua, appena trascorsa, mi ha
regalato un grande uovo azzurro" rivela. "Al presidente - spiega
fra Agnello - dissi che lo avrei aperto soltanto il giorno in
cui il Napoli fosse diventato campione d'Italia, oggi è arrivato
il momento di aprirlo con i miei parrocchiani".
Accostare il calcio alla fede religiosa, per il parroco "non è
blasfemo". "A Napoli - dice - San Gennaro vive nelle strada, tra
la gente e questo vale anche per San Francesco patrono d'Italia,
che quest'anno, ne sono certo, ha avuto un occhio di riguardo
verso il sud di questo Paese che ha bisogno di risollevarsi e
guardare con maggiore fiducia al futuro". (ANSA).