ERTO E CASSO (PORDENONE) - Due gioielli di vallata uniti dalla tragedia del Vajont e dal fatto di essere una sola amministrazione, ma separati da tutto il resto: i due nuclei abitativi principali da cui il comune prende il nome, Erto e Casso, non parlano neppure la stessa lingua. Mentre a Casso regna il "bellunese antico", probabilmente figlio delle origini del paese, attribuite ai boscaioli veneti, la parlata tradizionale di Erto si colloca a mezza via tra il friulano ed il ladino dolomitico. Ma non è tutto: nemmeno la Chiesa mette d'accordo le due borgate. Se da un lato Erto fa parte della diocesi di Concordia-Pordenone, Casso è invece sotto la diocesi di Belluno-Feltre. Ciò che però accomuna le due minuscole realtà è la sensazione che si respira nelle loro viuzze in pietra, in uno stile architettonico semplice ma introvabile al di fuori di quelle valli, progettato per abitazioni resistenti alle intemperie. Per questa ragione entrambe sono state dichiarate monumento nazionale e sono riconosciute come Borghi autentici d'Italia.
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