I reperti analizzati in passato
per far luce sull'esplosione che il 2 agosto 1980 sventrò un'ala
della stazione di Bologna, 85 morti e 200 feriti, sono stati
distrutti il 15 gennaio 2004 su disposizione della Corte di
assise di appello. Lo attesta l'ufficio corpi di reato del
tribunale in risposta a una richiesta dell'avvocato Gabriele
Bordoni, difensore di Gilberto Cavallini, attualmente a processo
per concorso nella Strage.
Il materiale, terriccio da cui furono prelevati campioni per
analisi di laboratorio, era conservato in sei plichi sigillati e
un tavolino. La Corte ne decise la distruzione dopo la perizia
disposta nell'appello nel processo principale. "Ma all'epoca
erano ancora in corso il processo a Luigi Ciavardini, Cavallini
è indagato dal 2000 e poi ci sarebbe stata l'indagine bis che
portò alle iscrizioni di Kram e Frohlich: sarebbe stato
opportuno e intelligente conservare i reperti, in una vicenda
come questa che resta aperta e nell'ottica di un'eventuale
revisione", commenta Bordoni.
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