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Vaccini: da 18 anni nessun obbligo, calo coperture

Vaccini: da 18 anni nessun obbligo, calo coperture

Per 30 anni certificazione e' stata necessaria

ROMA, 20 luglio 2017, 13:05

Redazione ANSA

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. - RIPRODUZIONE RISERVATA

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Da 18 anni, ovvero dal 1999, non è previsto alcun obbligo di vaccinazione per potersi iscrivere a scuola, dopo che per oltre 30 anni la certificazione era stata necessaria. Con il decreto approvato oggi al Senato, e che passa ora all'esame della Camera, torna invece l'obbligatorietà per 10 vaccinazioni: una misura decisa per fare fronte all'allarmante calo delle coperture vaccinali registratosi negli ultimi anni in Italia. Per molte malattie, infatti, il nostro Paese si colloca sotto la soglia del 95% fissata dall'Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) come livello minimo di immunizzazione della popolazione per poter garantire la sicurezza. L'obbligo di vaccinarsi per poter essere iscritti a scuola decadde nel 1999, dopo che dal 1967 era stato invece indispensabile per l'iscrizione. Di conseguenza, fino ad oggi è stato possibile frequentare la scuola anche senza essere vaccinati. Con il decreto approvato, l'obbligatorietà viene reintrodotta per la fascia 0-6 anni, ma è previsto anche un percorso di obbligo fino ai 16 anni con diverse misure. L'Emilia Romagna è stata la prima Regione ad aver varato una legge sull'obbligatorietà delle vaccinazioni per poter frequentare gli asili nido. Successivamente, anche il comune di Trieste, la Regione Friuli Venezia Giulia e la Toscana hanno varato un provvedimento che rende obbligatoria la vaccinazione dei bambini per l'iscrizione agli asili comunali e convenzionati. La decisione di tornare ora all'obbligatorietà a livello nazionale si basa proprio sul dato allarmante relativo al calo delle vaccinazioni. Anche nel 2016, infatti, è continuato il trend negativo delle coperture vaccinali registrato negli ultimi anni, come confermano gli ultimi dati del ministero della Salute. Nel 2016, le coperture vaccinali a 24 mesi di età per anti-difterica, anti-polio, anti-tetanica, anti-epatite B sono ancora ben al di sotto del valore del 95%, con un valore medio nazionale (93,3%) di poco inferiore a quello del 2015 (93,4%) ma con un trend in diminuzione in alcune regioni. Sebbene esistano importanti differenze tra le regioni, solo 6 riescono a superare la soglia del 95% per la vaccinazione anti-polio, mentre 8 sono addirittura sotto il 93%. In calo anche le coperture medie per pneumococco (88,4% nel 2016 contro 88,7% nel 2015), mentre le coperture nei confronti del meningococco C sono cresciute di 4 punti percentuali passando da 76,6% nel 2015 a 80,7% nel 2016. Per morbillo e rosolia si è arrivati all'87,3%, in crescita di due punti rispetto al 2015 ma ancora lontani dall'obiettivo del 95%. Tanto che, secondo il recente rapporto Oms 'World Health Statistics', non solo le coperture italiane sono tra le più basse d'Europa, ma ci sono paesi africani che ci hanno superato. La crisi tuttavia, precisa l'Oms, non riguarda solo il nostro paese: "I miglioramenti che si erano visti nelle coperture globali tra il 2000 e il 2010 - avverte l'agenzia dell'Onu per la salute - hanno avuto un rallentamento tra il 2010 e il 2015".
   

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