BOLOGNA - "Il futuro dell'Emilia-Romagna sarà con una nuova crescita sostenibile. Ogni azione che faremo dovrà avere la sostenibilità tra le sue virtuosità. Non ci può essere un modello come quello che abbiamo alle spalle nel '900 che peraltro ha fatto grande e ricca l'Emilia-Romagna a poter garantire una prospettiva di futuro ai nostri figli e ai nostri nipoti". L'ha detto, a margine della presentazione del bilancio di sostenibilità 2017 di Hera a Bologna, il presidente dell'Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini.
"Siamo la prima regione italiana - ha ricordato Bonaccini - ad avere fatto una legge sull'economia circolare che prevede una serie di azioni come il piano regionale dei rifiuti che punterà al 2020 ad avere il 70% e forse qualcosa in più di differenziata, 70% di riciclo, calo del 20% pro capite di produzione di rifiuti. Passeremo entro il 2020 alla tariffazione puntuale. Al 2020 arriveremo per il conferimento in discarica ai numeri che l'Europa chiede per il 2030. E se arriveremo a questi risultati ci permetteremo di chiudere le discariche tranne quelle per i rifiuti speciali e di cominciare a spegnere qualche termovalorizzatore".
Ma proprio sul punto dei termovalorizzatori, Bonaccini ha detto di iniziare a "stancarmi di regioni che siccome non vogliono fare impianti o mettere in campo il ciclo di smaltimento di rifiuti che permetta l'autosufficienza, per prendere tre voti in più mandano ad altre regioni i rifiuti da smaltire. L'Emilia-Romagna - ha aggiunto il presidente della Regione - su questo inizia ad essere abbastanza stufa dopo la vicenda surreale e ridicola che ci ha coinvolto in quella richiesta del comune di Roma - ha aggiunto - che poi si sono completamente rimangiati, addirittura accusandoci di fare business quando noi volevamo solo essere solidali con una Capitale che ha fatto vedere in tutto il mondo l'immagine di sacchetti di rifiuti addirittura in centro".
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Hera