Sull'ex assessore regionale alla
Sanità Luca Barberini c'è stato un "enorme sforzo investigativo"
nell'indagine sui concorsi dell'Azienda ospedaliera di Perugia e
dall'Usl Umbria 1 che sarebbero stati manipolati ma "la montagna
ha prodotto un topolino". Lo ha sottolineato il suo difensore,
l'avvocato David Brunelli, nella sua arringa davanti al
tribunale del capoluogo umbro. Intervento che proseguirà martedì
prossimo.
Il professor Brunelli ha ricordato che Barberini (il quale
ha sempre rivendicato la correttezza dei suoi comportamenti) "è
stato intercettato dal 19 febbraio 2018 al 10 maggio 2018".
"Oltre al suo telefono personale - ha aggiunto - è stato tenuto
sotto controllo quello di casa e altro telefono cellulare con
utenza a suo nome, ma in uso a suo figlio. Sono stati acquisiti
i tabulati telefonici ante e post intercettazione
dell'abitazione, del cellulare e dei numeri dell'assessorato nel
periodo primo gennaio-24 febbraio 2018 e 10 maggio-30 luglio
2018. Sono state acquisite le mail dello studio e
dell'assessorato, la messaggistica WhatsApp, controllato
messenger e Facebook".
Secondo il legale "la 'delusione' per la pesca tutt'altro
che miracolosa non è celata dagli operatori". "I quali però - ha
proseguito - nella realtà virtuale in cui agiscono e impiegando
le lenti di lavoro dicono: che Barberini è 'persona cauta e
accorta e solo in una telefonata si è lasciato andare a qualche
parola di troppo'!. Dimenticano di dire quante telefonate ha
fatto, che stava tutto il giorno al telefono, cha ha fatto 100
telefonate con Valorosi, ad esempio, con quello che lo chiamava
'mio assessore'. Ebbene, quanta abilità se solo in una
telefonata si è fatto sfuggire qualcosa…".
Il difensore ha quindi passato in rassegna i capi
d'imputazione uno a uno, sostenendo l'estraneità dell'ex
assessore.
In apertura di arringa, Brunelli si è soffermato sul
processo in generale. "Lo chiamano sanitopoli - ha detto - o
concorsopoli. Ma per me è il grande fratello. Perché si
allestisce uno spettacolo con telecamere dentro gli uffici di
Duca e di Valorosi attive per circa sei mesi". Ha quindi
sostenuto che ne esce "un vero e proprio bestiario, in cui tutti
inevitabilmente esibiscono il peggio di loro stessi". "Ma
lettura che il pm propone al Tribunale, oltre che ambiziosa è
innanzitutto metodologicamente errata" ha sottolineato Brunelli.
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