(di Pietro Guastamacchia)
Da Istanbul a Helsinki, la Nato
mostra i muscoli sul fronte orientale e dà il via a Neptune
Strike 2024: un'esercitazione navale e anfibia che coinvolge
oltre 4600 uomini e navi e mezzi da oltre 15 alleati e si
estende dal Mediterraneo orientale fino alle coste del Baltico.
Teste di serie dell'esercitazione tre portaerei europee, la
spagnola Juan Carlos I, l'italiana Cavour e la francese Charles
De Gaulle, che sino al 10 di maggio hanno ceduto i loro comandi,
una prima volta assoluta per la nave francese, al comando
centrale Nato. Consistente anche la partecipazione delle forze
armate turche con la portaerei Anadolu, di quelle di Albania,
Bulgaria, Danimarca, Francia, Germania, Grecia, Italia,
Norvegia, Paesi Bassi, Polonia, Romania, Spagna, Turchia,
Svezia, Regno Unito e Stati Uniti. Scopo dell'operazione è
affinare il coordinamento delle forze Nato e rafforzare la
capacità di agire come un solo esercito. Prima esercitazione da
stato membro per la Svezia che partecipa al Neptune Strike con
degli elicotteri nella parte baltica delle manovre.
Tra i punti salienti anche una simulazione di sbarco su una
spiaggia cretese, occasione per gli alleati di mettere in
pratica nuovi mezzi e tecnologie e valutare le loro performance
sul terreno delle coste del Mediterraneo. Tra gli obiettivi
dell'esercitazione Nato anche la risposta a nuove sfide, come
spiega a bordo della portaerei spagnola Juan Carlos I il capo di
stato maggiore del gruppo di combattimento Dedalo, David Duran:
"La sorveglianza di cavi sottomarini e gasdotti oggi è un
elemento sempre più centrale dei pattugliamenti sia nel Baltico
che nel Mediterraneo".
Tra Italia e Spagna inoltre l'intesa va oltre il semplice
coordinamento. "Grazie ai progetti Siaf e Silf le procedure
operative dei battaglioni anfibi e degli incursori di marina
italiani e spagnoli sono ormai estremamente simili, con gli
italiani abbiamo più che un'amicizia, siamo fratelli e
assolutamente interoperabili", dice Duran all'ANSA sottolineando
che il Gruppo Dedalo è infatti atteso in Italia per
l'esercitazione Mare Aperto.
Nel coordinamento tra alleati Nato c'è anche il seme della
futura difesa europea. Il comandante della Juan Carlos I,
Ricardo Gomez, ricorda infatti che proprio dal ponte della sua
nave l'alto rappresentante Ue Josip Borrell riaffermò l'impegno
di Bruxelles per la creazione dei corpi europei di intervento
rapido, durante la presidenza spagnola. Spagna, Italia e Francia
dunque con tre portaerei sorelle oggi guidano il comando delle
manovre e puntano ad affinare la quotidianità di un
coordinamento sempre più strutturato, a ricordare che fino
all'obiettivo, ancora lontano, di un esercito europeo una difesa
comune sul campo già c'è, e si chiama Nato.
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