Cala il fatturato della moda nei
primi mesi del 2024, in particolare nei settori core: è il
bilancio fatto dal presidente della Camera nazionale della moda
italiana, Carlo Capasa, presentando la Milano Fashion Week
dedicata alle collezioni maschili, in programma dal 14 al 18
giugno prossimi.
"L'avvio del 2024 - ha detto Capasa - risente ancora della
congiuntura negativa che avevamo già registrato a fine 2023,
anno che nonostante si fosse chiuso con un bilancio positivo,
con un +3%, aveva registrato un peggioramento nella seconda
metà. Registriamo infatti un calo dei fatturati rispetto a
gennaio-febbraio dell'anno scorso di circa il 3%". In
particolare, ha proseguito il presidente di Cnmi,
"il proseguimento della flessione riguarda soprattutto i settori
'core' (tessile, abbigliamento pelle, pelletteria e calzature)
con un calo del 5% e ci sono segni positivi per i settori
'collegati' (beauty, occhiali, gioielli e bigiotteria) al 12%".
L'export, invece, mantiene "un passo sempre positivo" mentre
"calano le vendite sul mercato interno, nelle imprese italiane e
nei negozi e anche i prezzi segnano un rallentamento nei primi
mesi dell'anno". Questo clima "ci suggerisce una dinamica che -
ha riflettuto Capsa - fino a marzo è stata negativa ma in
tendenza verso un netto miglioramento, soprattutto per il
mercato esterno" mentre "vediamo una sofferenza per quello
interno". "Personalmente - il suo aupicio - spero che le cose
tornino a posto e che ci permettano di chiudere l'anno con il
segno positivo, seppur lieve".
Per Capasa la diminuzione di fatturato registrata nei primi
mesi del 2024 "non deriva da un aumento dei prezzi, che non sono
diversi rispetto a 12 mesi fa ma alla crisi delle piattaforme
digitali che hanno inciso molto sui modelli distributivi, tant'è
che le boutique multibrand che riuscivano ad aumentare di molto
il fatturato con le piattaforme hanno perso un bel pezzo di
business. I brand, singolarmente, nell'apparato digital riescono
a gestire la situazione ma le piattaforme fanno fatica". Oltre a
questo, ci sono anche "le elezioni e le crisi geopolitiche
mondiali".
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