(di Francesco De Filippo)
Utile netto di gruppo a 23,7
milioni di euro (+67,2% sul 2022); ricavi per 595,1 milioni
(+5,7%); Ebitda Adjusted a 92,8 milioni (+18,6%); Ebitda Margin
(Adjusted) al 15,6% (in miglioramento di 1,8%); la Posizione
Finanziaria Netta è a 122,2 milioni, in miglioramento del 20,8%.
Al suo secondo giro di boa da quando è stata nominata
amministratore delegato, il primo gennaio 2022, Cristina
Scocchia porta la illycaffè a navigare in acque tranquille, come
dimostrano questi che sono alcuni dei dati più significativi del
bilancio 2023 della capogruppo, conti appena approvati dal Cda.
Ha ereditato un gruppo in crescita, che con la sua guida
prosegue nella linea tracciata dalle generazioni Illy. Così nel
2023 tutti i principali mercati in cui il gruppo opera hanno
risultati in crescita rispetto al 2022. Gli Stati Uniti in
particolare, mercato prioritario nei piani di crescita, macinano
ricavi con un +15,1% a tassi di cambio costanti, principalmente
trainati dal canale on-line. "Dopo l'Italia, che fattura 200 dei
600 milioni dell'azienda - precisa Scocchia - puntiamo a far
diventare gli Stati Uniti secondo mercato 'domestico'. E' quello
più ricco, che ama il Made in Italy e sa riconoscere i prodotti
di qualità".
Dal punto di vista dei canali, la crescita è sostenuta
principalmente da Ho.Re.Ca. (+8,2%) e da on-line (+15,5%),
grazie alle performance positiva degli e-Tailers, in particolare
in Italia, Stati Uniti e Cina. Scocchia parla del 2023 come di
"un altro anno di crescita record, con un incremento a doppia
cifra di ebitda e utile, nonostante un contesto macroeconomico
sfidante", che pesa per il 30% di costi di logistica e
movimentazione (+50% per merci verso Cina e Asia e +20% per
quelle verso e dagli Usa).
Società benefit prima e dal 2021 anche B Corp, illycaffè
persegue l'impegno per l' ambiente e l'agricoltura rigenerativa:
il 1 ottobre all' International Coffee Day è stato lanciato
Arabica Selection Brasile Cerrado Mineiro, primo caffè prodotto
solo da agricoltura rigenerativa, appunto. E se 120 milioni sono
destinati, nell'arco di piano, al raddoppio della capacità
produttiva del sito di Trieste e altri sforzi promuoveranno la
crescita multicanale, preoccupa il climate change: "Al 2050 la
metà dei terreni coltivati a caffè non sarà più coltivabile. Noi
utilizziamo solo la qualità arabica, la migliore ma anche la più
fragile quindi è un importante tema. Non solo per noi ma per
l'uomo: i paesi equatoriali, i milioni di contadini già al
limite della sussistenza, potrebbero essere protagonisti di un
dramma umanitario. E' una responsabilità che sentiamo molto
forte: confermiamo che operiamo secondo una strategia di
sostenibilità".
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