"Le schermaglie tra Apple e Cina sono un caso scuola che si inserisce in un quadro geopolitico che nelle prossime ore sarà condizionato da due fattori: gli Stati Uniti decideranno se TikTok cambia azionista e se dare aiuti a Taiwan. La tecnologia è diventata la vera leva geopolitica, l'escalation è pericolosa, si vanno a danneggiare gli interessi di tanti". Sono le considerazioni all'ANSA di Giuliano Noci, docente di Strategia e Marketing alla School of Management del Politecnico di Milano e prorettore del polo territoriale cinese dell'ateneo, riguardo l'ordine dato da Pechino al colosso tecnologico di rimuovere WhatsApp e Threads dall'App Store nel paese per motivi di sicurezza nazionale.
"E' un caso scuola da copione, in cui Stati Uniti e Cina recitano una parte e hanno ben chiaro cosa fare - aggiunge l'esperto - L'auspicio che dobbiamo esprimere è che ci sono delle soglie critiche che vanno rispettate". Ad esempio, un "eventuale riconoscimento di Taiwan è un punto di non ritorno, una situazione inaccettabile per i cinesi, gli Usa devono stare molto attenti a non andare oltre quella soglia". Per Noci, si è creata una situazione assolutamente diversa dal 'Great firewall', la grande muraglia della censura cinese che ha già colpito altre app. "In passato ci sono state tensioni su alcune piattaforme come Google legate ad una non coerenza tra app e sistema culturale e politico cinese, ma non legate a motivi geopolitici", dice l'esperto che aggiunge: "Ora la tecnologia è diventata la vera leva geopolitica, se internet non funziona la guerra non si fa. E' un tema rilevante anche la guerra dei chip, il sistema nervoso del futuro, con l'80% dei semiconduttori è prodotti proprio a Taiwan. In futuro ci saranno sempre di più tensioni di questo tipo e mi aspetto non avvengano solo tra Cina e Usa".
Se lo scontro geopolitco tra i due Paesi avesse una escalation cosa può accadere? "O ci saranno misure dimostrative politiche, come voli aerei che transitano sullo stretto di Taiwan varcando una linea immaginaria - osserva Noci - Oppure, dal punto di vista tecnologico, la Cina potrebbe colpire direttamente alcune aziende americane che hanno interessi significativi nel Paese, come Apple, mettendo al bando gli iPhone. Ma queste sono azioni che la business community farebbe fatica a reggere. Credo che l'escalation sia pericolosa per tutti: non mi aspetto sovra-reazioni, si vanno a danneggiare interessi di tanti", conclude l'esperto.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA