La dieta seguita da mamma topo durante la gravidanza influenza i tratti del viso del nascituro: ad esempio, un’alimentazione ricca di proteine porta a cavità nasali più grandi e ossa della mascella più basse. La scoperta arriva dallo studio pubblicato sulla rivista Nature Communications e guidato dall’Università Karolinska di Stoccolma, che fornisce nuove informazioni su come i fattori ambientali, quali appunto ciò che mangia la madre, possono influenzare lo sviluppo del feto. Un meccanismo simile, osservato anche nei pesci zebra, potrebbe entrare in gioco nell’uomo, ma per avere una conferma saranno necessarie ulteriori ricerche.
Le caratteristiche facciali si formano attraverso un procedimento complesso che avviene nell’utero. Quando intervengono anomalie in questo processo, si possono verificare difetti congeniti, come la palatoschisi, una malformazione del palato conosciuta anche come ‘labbro leporino’, o l'unione troppo precoce delle ossa del cranio. È noto che questi difetti hanno sia cause genetiche che ambientali, ma sui processi che modellano le caratteristiche del viso più sottili si hanno ancora poche informazioni: ad esempio, è poco chiaro perché gemelli identici, che condividono le stesse influenze genetiche e ambientali, mostrano comunque lievi differenze nel volto.
Per fare luce sulla questione, i ricercatori guidati da Meng Xie hanno cercato le regioni del Dna che regolano l’espressione genetica durante lo sviluppo facciale negli embrioni umani. Ne hanno così trovate diverse che sono associate a geni che rispondono anche al tipo di dieta: l’attivazione di questi geni negli embrioni di topo e pesce zebra porta a tratti del viso più grandi e cartilagini nasali più spesse, mentre il blocco di questo meccanismo porta a musi più allungati in entrambi gli animali. Per le mamme topo, in particolare, un’alimentazione ricca in proteine altera l’attivazione di questo percorso genetico.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA