Il trattamento preventivo con l'anticorpo monoclonale nirsevimab protegge i neonati e i bambini con meno di un anno dalle infezioni da virus respiratorio sinciziale, tagliando dell'83% il rischio di ricovero per complicanze legate all'infezione. È questo il dato saliente dello studio Harmonie (Hospitalized RSV Monoclonal Antibody Prevention) presentato al congresso annuale della Società Europea di Malattie Infettive Pediatriche (Espid) tenutosi a Lisbona.
Nirsevimab è un anticorpo monoclonale a lunga durata d'azione da somministrare, con un'unica dose, nella prima stagione in cui i neonati sono potenzialmente esposti al virus respiratorio sinciziale. Serve a fornire una protezione contro le infezioni del tratto respiratorio inferiore, come bronchiolite e polmonite, causate dal virus quando il sistema immunitario non è ancora sufficientemente addestrato.
La sperimentazione, che ha coinvolto oltre 8.000 neonati in quasi 250 centri tra Francia, Germania e Regno Unito, ha mostrato che i neonati che avevano ricevuto il farmaco avevano un rischio dell'83,21% più basso di essere ricoverati per malattie del tratto respiratorio inferiore causate dal virus respiratorio sinciziale rispetto ai neonati che non avevano ricevuto nessun intervento preventivo. Il trattamento ha ridotto inoltre del 75% il rischio di ricoveri per forme gravi che richiedevano l'assistenza con l'ossigeno.
In Europa, il farmaco è stato approvato lo scorso novembre dalla Commissione Europea; in Italia è in attesa della decisione dell'Aifa sulla rimborsabilità.
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