"Abbiamo deciso di sfilare
orgogliosamente con la nostra fascia, perché la manifestazione
di oggi non è di una parte, ma di tutte e di tutti. In una
comunità non c'è una persona che vale di meno e non ci sono
famiglie che valgono di meno". Il sindaco di Trento Franco
Ianeselli ha preso la parola in nome dei primi cittadini che
hanno dato il patrocinio al Dolomiti pride, aprendo la sfilata
che è arrivata nel parco delle Albere di Trento. Migliaia, più
delle 3.500 previste, le persone che hanno partecipato al corteo
partito da Piazza Dante.
"Siamo altrettanto sicuri - ha aggiunto Ianeselli - che i
diritti o sono per tutti o non valgono per nessuno. Un pride ha
successo se contribuisce a cambiare le leggi, perché nel nostro
paese le leggi vanno cambiate. Ma un pride ha successo anche
perché c'era un ragazzo o una ragazza che aveva paura e oggi
avrà più coraggio".
"Noi - ha detto ancora Ianeselli - la lobby Lgbt non
l'abbiamo mai conosciuta, persone che strumentalizzano
l'orientamento sessuale sì. E abbiamo conosciuto tante attivisti
e tante attiviste". Il sindaco di Trento ha voluto quindi
ricordare Camillo Nardelli, attivista trentino scomparso
recentemente. C'è stato poi un passaggio sulle trascrizioni dei
figli di coppie omogenitoriali, che erano presenti alla parata
con l'associazione Famiglie arcobaleno. "Sono uno di quei
sindaci - ha detto Ianeselli - che ha fatto le trascrizioni per
tre coppie di mamme. Nel dibattito si dice che i desideri non
sono diritti. Ma i casi che abbiamo sono di genitrici che
vogliono assumersi responsabilità di essere genitrici. Perché
diavolo non dovremmo registrarli?", ha concluso Ianeselli, che
ha ringraziato i partecipanti al pride per aver reso più "aperta
e contemporanea" la città di Trento.
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