(di Valentina Roncati)
Con l'apertura del nuovo anno
scolastico si ripropone il tema delle cosiddette 'classi
pollaio', soprattutto nelle scuole superiori e nelle grandi
città. Il trend - secondo quanto rappresentano i dirigenti
scolastici e i sindacati della scuola- rimane lo stesso degli
ultimi anni perchè la stessa è la normativa che pone a 27, nelle
scuola superiore, il numero minimo di studenti: quindi le prime
classi anche quest'anno continueranno ad avere da 27 a 30-31 o
più studenti; i numeri si alleggeriscono un po' solo nelle
classi successive, per bocciature e cambi di istituto. C'è poi
il problema delle scuole nel centro delle grandi città dove i
numeri delle iscrizioni sono molto elevati.
Nell'anno scolastico appena concluso, ben 2.459 classi prime
della secondaria superiore su 25.026 (quasi il 10%) avevano una
incidenza superiore a 27 studenti per classe (da 28 a 32 e più
per classe). L'anno precedente il numero delle prime classi
della secondaria di II grado con una incidenza superiore a 27
alunni per classe era stato di 1.981 e nel 2020-21 era stato di
2.081.
"Una delle riforme previste nel Pnrr era ridurre il numero
alunni per classe, invece si riducono le autonomie scolastiche e
non si riducono gli alunni. Cioè si usa l'alibi del Pnrr per
tagliare. Ma il dimensionamento previsto come riforma del Pnrr
non c'entra nulla con quanto sta facendo Valditara che è
aggiuntivo a quanto già determinato", osserva Gianna Fracassi,
segretaria della Flc Cgil. "La situazione quest'anno sarà la
stessa perchè i parametri rimangono gli stessi. Ci dovrebbe
essere minor affollamento nei trienni delle superiori, essendo
aumentato sia pur di poco l'organico di fatto. Ma rimane il
problema degli studenti del primo che volessero cambiare scuola
rispetto alla scelta di gennaio: nelle grandi città hanno
difficoltà a cambiare tipologia di istituto, proprio per il
sovraffollamento", fanno notare Cristina Costarelli e Mario
Rusconi, presidenti rispettivamente di Anp Lazio e di Anp Roma.
Anche nella Cisl scuola il dirigente sindacale Attilio
Varengo osserva che "gli organici sono rimasti come sempre
quelli dell'anno scorso con il solo incremento di quelli di
sostegno" e dunque i problemi dello scorso anno si
riproporranno. "Non è cambiato niente...molta propaganda, nessun
cambiamento", afferma laconico Attilio Fratta, che guida
Dirigentiscuola. "Del resto con l'ormai consueta enfasi
propagandistica il ministro Valditara ha annunciato l'assunzione
di 280 nuovi dirigenti. In realtà i 411 pensionamenti, di norma
e da sempre equilibrati con altrettante nuove assunzioni, in
epoca Valditara saranno compensati, salvo rinunce, esattamente
con soli 210 neo dirigenti scolastici", spiega.
Il ministero dell'Istruzione pochi giorni fa ha annunciato
l'assunzione a tempo indeterminato di 50.807 docenti ai quali si
aggiungeranno 30.000 posti per il prossimo concorso Pnrr,
programmato per settembre.
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