Insieme sul red carpet del Festival
del Cinema di Venezia per dire no alla violenza contro le donne.
È questa l'iniziativa messa in campo dalle componenti della
Commissione parlamentare d'inchiesta sul femminicidio, riunitesi
oggi a Palazzo San Macuto a Roma in quello che è stato il primo
incontro dopo la pausa estiva. Abbiamo "dato il via ai lavori
tecnici con le audizioni, nella prospettiva futura di essere
attenti e puntuali" ha spiegato Martina Semenzato, presidente in
Commissione, la quale ha sottolineato come "oggi il tema del
femminicidio parte da un concetto condiviso da tutti: la
necessità di tornare alla cultura del rispetto". Con l'obiettivo
di far comprendere quanto la commissione sia "attiva sia fuori
che dentro il palazzo". Semenzato ha annunciato che i
parlamentari che ne fanno parte saranno presenti a Venezia nelle
giornate dell'8 e del 9 settembre con un programma che prevede,
il primo giorno, una una conferenza stampa all'Excelsior con
tutte le istituzioni del territorio, e poi in serata il red
carpet con l'associazione Dire. Il 9 invece, la Commissione sarà
impegnata nella visita a diversi centri antiviolenza di Venezia.
A dare l'idea di quali potrebbero essere i prossimi passi della
commissione è anche Cecilia D'Elia. L'esponente dem pone
l'accento sulla necessità di formare "gli operatori della
giustizia e delle forze dell'ordine". Laura Ravetto della Lega,
invece, auspica che tutti i parlamentari firmino la sua proposta
di legge in cui chiede "che venga inserita in modo organico a
scuola l'educazione contro la violenza sulle donne", dal momento
che il "tema è condiviso da tutti". Quanto all'ipotesi di
inasprire le pene per i reati sessuali - tema portato alla
ribalta dalla Lega con l'annuncio di un ddl per introdurre la
castrazione chimica -, Semenzato ha specificato che "quando
arriviamo alla pena siamo già sconfitti", per cui occorre
"lavorare sulla prevenzione che è l'unica arma che abbiamo".
Dello stesso avviso Valeria Valente del Pd, che evidenzia
l'importanza di "abbattere il drammatico stereotipo" di genere.
Più dura, invece, Rita Della Chiesa, di Forza Italia, per la
quale gli stupratori dovrebbero "fare i lavori forzati e pulire
nei centri d'accoglienza". La riunione a San Macuto, seppur
calendarizzata da tempo, si inserisce in un momento in cui i
riflettori dei media e della politica sono puntati più che mai
sul tema della violenza di genere, non solo per i casi di stupro
a Palermo e Caivano. A inasprire il clima, infatti, sono ancora
le frasi pronunciate da Andrea Giambruno, giornalista di Rete 4
e compagno della presidente del Consiglio, accusato
dall'opposizione di aver contribuito a "colpevolizzare le
vittime" pronunciando la frase "se eviti di bere eviti il lupo"
nel corso del suo programma "Il diario del giorno". A puntare il
dito contro il giornalista è la dem Valente che bolla le parole
di Giambruno come "pericolose e sbagliate in quanto operatore
dell'informazione". Per la presidente della commissione
(appartenente al gruppo di Noi Moderati) si è trattato invece di
"un'infelice struttura lessicale e di una altrettanto infelice
strumentalizzazione", mentre Della Chiesa si è posta il dubbio:
"forse ha voluto come giornalista dare un consiglio? Non lo so".
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