"La pandemia da Covid 19, il
conflitto fra Ucraina e Russia, la crisi climatica e quella
energetica legate a nuovi paradigmi del lavoro che stanno sempre
più dematerializzando le attività occupazionali sono alla base
dei molteplici interventi che l'Unione Europea ha messo in
campo, per facilitare la riqualificazione della forza lavoro
continentale: il Paese che più si adopera alla
(ri)qualificazione dei propri lavoratori è la Svezia, seguita
dalla Finlandia e dall'Olanda", stando ai dati del 2022
dell'Inapp (l'Istituto nazionale per l'analisi delle politiche
pubbliche), mentre la nostra Penisola, "nonostante un graduale
miglioramento degli ultimi tre anni, rimane sotto la soglia
della media europea, posizionandosi al 15° posto con una
percentuale del 9,9% della popolazione tra i 25 e i 64 anni che
partecipa costantemente a corsi di formazione e di
qualificazione professionale". Ad evidenziarlo, in una nota, è
FondItalia, uno dei fondi paritetici per la formazione continua
riconosciuti dal ministero del Lavoro. Appare, secondo il
direttore e vicepresidente di FondItalia Egidio Sangue,
"indispensabile attivare processi virtuosi sia per gli occupati,
sia per gli inoccupati. Gli strumenti, nel nostro Paese, ci sono
e hanno un altissimo valore qualitativo. Pensiamo al programma
Gol e al Fondo nuove competenze che, anche per il 2023, è stato
prolungato grazie ai fondi del Pnrr. Quest'anno, grazie anche
all'intervento europeo, avremo a disposizione ulteriori
iniziative quali il Fondo europeo di sviluppo regionale, il
Fondo di adeguamento alla globalizzazione, il programma InvestEU
e altri ancora che devono essere accesi e utilizzati, ma
soprattutto devono essere visti come potenzialità soprattutto da
tutti gli attori in gioco, sia pubblici, sia privati", si legge,
in conclusione, ricordando che il 2023 è stato proclamato "Anno
europeo delle competenze".
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