Sempre più lavoratrici pensano che
non ci sarà mai la parità nei ruoli direttivi aziendali. La
percentuale di donne che ritiene irraggiungibile un equilibrio
di genere nel management passa dal 16 del 2022 al 23% del 2023.
"La promozione di più donne in posizione di leadership non è
ancora una priorità per le aziende italiane", secondo la survey
di Ey e Swg "La leadership al femminile nel mondo del lavoro",
realizzata su oltre 700 lavoratrici e manager sul ruolo delle
donne all'interno delle aziende italiane.
Rispetto al 2022 aumenta il numero di donne lavoratrici che
ritengono che nelle proprie aziende ci sia un gap salariale tra
uomini e donne (55%, +7% rispetto al 2022) o che ci sia uno
scarto tra uomini e donne in termini di opportunità di carriera
(61%, +9%). Le maggiori barriere per la crescita della
leadership femminile rimangono legate alla difficoltà di
conciliare lavoro e famiglia (per l'86% delle intervistate) e al
poco spazio che gli uomini lasciano alle donne (74%).
Al tempo stesso è aumentata la consapevolezza del valore
della leadership femminile. "Dalla nostra analisi emerge che
nell'ultimo anno è cresciuta del 19% tra i dirigenti, uomini e
donne, la percezione che la leadership femminile consenta alle
imprese di raggiungere meglio gli obiettivi aziendali",
commenta la Tax & Law Managing Partner di EY in Italia, Stefania
Radoccia. "Mai prima d'ora - continua Radoccia - vi è stata così
tanta consapevolezza nel mondo aziendale della necessità e dei
benefici di sostenere e promuovere le donne nel corso della loro
carriera lavorativa. Tuttavia, la percentuale di donne che
ricoprono ruoli dirigenziali rimane ancora estremamente
contenuta: le donne nei cda delle società italiane hanno
raggiunto il 43% alla fine del 2022, ma sono ancora poche le
presenze femminili ai vertici, nel 2% dei casi amministratrici
delegate e nel 4% presidenti".
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