In Croazia si è chiusa ieri con
gli ultimi appelli di partiti e candidati la campagna elettorale
in vista delle legislative del 17 aprile. Una campagna che si è
accesa il mese scorso con la discesa in campo del presidente
della repubblica Zoran Milanovic, esponente di punta del Partito
socialdemocratico (Sdp), che si è candidato alla carica di
premier sfidando apertamente il premier conservatore uscente
Andrej Plenkovic, suo acerrimo avversario e leader dell'Unione
democratica croata (Hdz).
Una candidatura quella di Milanovic inedita e non priva di
incognite procedurali, con la Corte costituzionale che ne ha
sottolineato l'illegittimità, intimando a Milanovic di
dimettersi prima di entrare in campagna elettorale. Un appello
tuttavia ignorato dal presidente, che ha mantenuto la sua carica
impegnandosi nel duro scontro elettorale con Plenkovic. Da tempo
in rotta di collisione e obbligati in una difficile
coabitazione, il premier e il presidente hanno accentuato nelle
ultime settimane i loro scontri politici e verbali, in tanti
casi al limite dell'offesa personale. Plenkovic, che oggi nella
sua ultima conferenza stampa elettorale si è detto fiducioso in
un nuovo successo del suo partito Hdz e in un suo ulteriore
incarico di governo, ha fatto campagna insistendo
sull'importanza della continuità, della stabilità, della
sicurezza e dello sviluppo, ricordando in particolare i successi
del suo governo che ha portato la Croazia nella zona euro e
nello spazio Schengen. Milanovic, e il suo partito
socialdemocratico, hanno insistito in particolare da parte loro
sulla corruzione dilagante nel Paese, che verrebbe favorita dai
metodi di governo ritenuti autoritari e personalistici del
premier Plenkovic, oltre che sulla necessità di incrementare
salari e pensioni.
Gli ultimi sondaggi diffusi nei giorni scorsi davano in
vantaggio l'Hdz di Plenkovic con percentuali superiori al 30%,
rispetto a un 25% di cui sarebbero accreditati i
socialdemocratici di Milanovic, che si sono alleati in un
cartello di centro-sinistra con altre formazioni di orientamento
ecologista e liberale. Seguono nei favori dell'elettorato due
partiti di destra, il Movimento patriottico (Dp), accreditato di
circa il 10%, e Il Ponte (Most) attestato al 7%. La Croazia, uno
dei Paesi emersi dalla disgregazione della ex Jugoslavia, fa
parte della Nato ed è stato l'ultimo stato ad aver aderito
all'Unione europea nel 2013.
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