BRUXELLES - "Per l'Italia le politiche di coesione sono un pilastro essenziale di una strategia dell'Ue che si prende cura dei cittadini europei, una strategia di lungo respiro per la crescita e la convergenza tra i Paesi e le regioni europee. Pertanto, le risorse a disposizione delle politiche di coesione anche dopo il 2020 non devono ridursi e in parallelo il quadro finanziario pluriennale europeo deve prevedere risorse ulteriori dedicate alle nuove esigenze comuni: gestione dei flussi migratori, lotta al cambiamento climatico, difesa e sicurezza comuni". E' la posizione italiana sul futuro delle politiche di coesione post 2020 che il Ministro Claudio De Vincenti ha presentato oggi a Bruxelles, in occasione del settimo Forum Ue. Prima del suo intervento, l'esponente dell'esecutivo ha avuto un colloquio con il Commissario europeo per il Bilancio Gunther Oettinger e un bilaterale col Vice Primo Ministro slovacco Peter Pellegrini.
"Il nostro Paese - ha aggiunto il titolare della Coesione territoriale e del Mezzogiorno nel suo speach al Forum - considera necessarie verifiche rigorose sull'utilizzo effettivo dei fondi strutturali, come testimoniano i risultati conseguiti dall'Italia in termini di utilizzo dei fondi 2007-13 e l'avanzamento dei programmi 2014-20 su cui la Commissione ha espresso il suo apprezzamento". "Va invece superato - a giudizio dell'Italia - l'aggancio tra rispetto dei parametri di finanza pubblica e disponibilità dei fondi strutturali per i singoli Paesi, perché avrebbe effetti negativi su investimenti essenziali per la convergenza. Il Patto di stabilità e crescita, del resto, fornisce già i meccanismi sanzionatori necessari per assicurare il rispetto dei parametri macroeconomici".
"Per l'Italia, infine - ha concluso De Vincenti- è fondamentale che il rispetto delle regole dello Stato di diritto, e in particolare quella del principio di solidarietà tra Paesi nella gestione dei flussi migratori, sia la precondizione necessaria per l'utilizzo di risorse europee da parte di ogni Paese membro".
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