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Ue, Italia riduce 24,6% quota Npl banche, tra migliori

Ue, Italia riduce 24,6% quota Npl banche, tra migliori

Meglio fa solo Slovenia. Grecia tra performance meno brillanti

18 gennaio 2018, 12:11

Redazione ANSA

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Ue, Italia riduce 24,6% quota Npl banche, tra migliori © ANSA/AP

BRUXELLES - L'Italia è tra gli Stati membri ad aver ottenuto i migliori risultati nella riduzione della propria quota di crediti deteriorati (Npl). Emerge dal primo rapporto messo a punto dalla Commissione Ue sulla base dei dati della Bce. Stando alle tabelle pubblicate, in un anno l'Italia ha diminuito la quota del totale degli Npl del 24,6% - un quarto - passando dal 16,2% del giugno 2016 al 12,2% del giugno 2017. Meglio ha fatto solo la Slovenia, con un calo di 30,4%. Segue l'Irlanda -20,6%. Meno brillante la Grecia, -0,6%. 

 

Anche gli Npl nel settore privato sono diminuiti dal 20% del giugno 2016, al 15,9% nel giugno 2017. A fine giugno 2017 - evidenzia la Commissione - i dati rivelano alcune importanti vendite dei crediti deteriorati, che hanno avuto effetti sui bilanci delle banche. In particolare viene fatto riferimento alla vendita di 17,7 miliardi di Npl da parte di Unicredit (completata a settembre 2017), e la cartolarizzazione delle sofferenze da parte del Monte dei Paschi di Siena, per un valore contabile lordo di 26,1 miliardi, non ancora completato. "Nel 2017 la cartolarizzazione dei crediti deteriorati si è sviluppata in un'importante strategia usata dalle banche per ripulire i propri bilanci", evidenzia Bruxelles, che indica come nel 2017 le banche abbiano "aumentato il loro ricorso alla Garanzia Cartolarizzazione Sofferenze (GACS)". A questo riguardo - si osserva - "l'operazione del Monte dei Paschi costituisce la più grossa la cartolarizzazione di Npl del mercato italiano".

 

I progressi fatti dall'Italia nella riduzione dei crediti deteriorati viene ritenuta "notevole", secondo quanto si apprende da fonti a Bruxelles. Il Paese ha fatto "un'inattesa accelerazione", con la riduzione di un quarto delle sue sofferenze in un anno, mentre la media degli altri Paesi è stata di un terzo. I rischi non sono finiti, ma i risultati vengono definiti "molto incoraggianti". Restano in particolare criticità sulle insolvenze, dovuto ad un sistema giudiziario civile che non funziona come dovrebbe.

 

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