Affari a gonfie vele per
l'esportazione di armi britanniche verso alcuni dei Paesi fra i
più repressivi al mondo. Lo denuncia oggi l'Observer, domenicale
del progressista Guardian, sottolineando come negli ultimi due
anni, sotto i governi conservatori di David Cameron e di Theresa
May, i profitti incassati grazie alle forniture di materiale
bellico 'made in Britain' a regimi autoritari siano saliti a
circa 5 miliardi di sterline.
A fare la parte del leone, come sempre, é l'Arabia Saudita,
generalmente immune a Londra dagli strali su democrazia e
diritti umani (anche a dispetto della sanguinosa guerra condotta
nello Yemen in questi mesi). Ma fra i clienti spiccano pure le
repubbliche ex sovietiche di Azerbaigian e Kazakhstan, il
Venezuela di Nicolas Maduro o la stessa Cina. I dati sono stati
resi noti alla vigilia della 'Defence and Security Equipment
International arms fair' (Dsei), fiera di settore in programma a
Londra a cui sono invitate anche delegazioni di Riad, Egitto,
Qatar, Kenya e Bahrain.
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