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Occhiali 'smart' anomali, non sfruttano sguardo ma l'udito

Bose entra in realtà aumentata, device sa cosa guarda utente

ROMA - Bose, la società statunitense di altoparlanti e sistemi audio, entra nella realtà aumentata con un paio di occhiali 'smart' anomali, che non sfruttano la sguardo ma l'udito: invece di mostrare immagini all'utente, gli danno informazioni via audio.

Annunciati alla manifestazione South By Southwest in corso in Texas, dove sono stati presentati come prototipo, i dispositivi di Bose assomigliano a normali occhiali da sole, ma le stanghette sono hi-tech. La loro parte finale, ad esempio, manda la musica nelle orecchie di chi li indossa bypassando l'uso di cuffie e auricolari.

L'aspetto più interessante è però quello legato alla realtà aumentata. Gli occhiali integrano sensori di movimento che dialogano con il Gps del telefono. In questo modo il dispositivo, pur non avendo una videocamera integrata, sa dov'è e cosa sta guardando l'utente, e può offrirgli informazioni pertinenti. Gli occhiali sono gestiti da movimenti della testa, comandi vocali e tocchi sulle stanghette.

La realtà aumentata uditiva, spiega Bose, è una piattaforma. Ciò significa che sviluppatori di terze parti potranno creare applicazioni - per musica, viaggi e istruzione, ad esempio - così come dispositivi indossabili come cuffie, occhiali o elmetti.

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