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Digitale trasforma imprese e P.a, ora puntare su competenze

Innovazione al centro 11ma edizione dell'Ey Capri Digital Summit

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CAPRI - La trasformazione digitale sta cambiando sempre di più il volto delle imprese e della pubblica amministrazione italiana. Sulle infrastrutture le cose stanno leggermente migliorando, ma quello su cui bisogna ancora lavorare sono le competenze delle persone. E' questa la sintesi degli studi e dei dibattiti che si sono susseguiti nei tre giorni dell'undicesima edizione del Digital Summit organizzato da Ey a Capri dove esponenti del mondo economico, politico e dell'innovazione si sono confrontati affrontando il tema della trasformazione digitale.
La banda ultralarga, vale a dire quella con una velocità superiore ai 30 mega, copre ormai circa l'80% del territorio italiano, ma "manca di capillarità". Fa notare una ricerca realizzata da EY in collaborazione con Ipsos e Centro studi di Intesa Sanpaolo, che ha censito più di 11mila zone industriali in cui sono attive più di 480mila imprese (circa il 10% del totale), di cui solo un terzo è raggiunto dalla banda ultralarga fissa.

A pesare su questo ritardo sono diversi fattori. Il settore pubblico, per esempio, rappresenta ancora un freno, ma a pesare sono anche i fattori culturali: il 54% degli intervistati, infatti, denuncia una "resistenza al cambiamento" e il 27% la "mancanza di competenze specifiche". C'è poi un tema relativo alle dimensioni: l'11% delle aziende con più di 250 addetti ha un livello di digitalizzazione molto alto, contro l'1% delle pmi. È anche vero che il 66% delle aziende ha utilizzato gli incentivi disponibili, tuttavia li ha sfruttati per investimenti non particolarmente innovativi.

Insomma, "nel processo di trasformazione digitale che sta investendo la nostra economia, l'Italia paga un'insufficienza di cultura e competenze digitali e una scarsa dinamicità delle startup", ha spiegato l'amministratore delegato di EY in Italia Donato Iacovone, aggiungendo che questi limiti vanno superati con una "contaminazione di fattori esterni".

Per anni - ha continuato il manager durante il summit- "si è parlato molto di infrastrutture, con l'alibi che il ritardo dell'Italia nella trasformazione digitale dipendesse da quello, ma oggi in realtà queste cominciano ad esserci". Quello che ancora manca, secondo Iacovone, "sono le competenze, la volontà e il coraggio di affrontare questo cambiamento che la digital transformation porta con sé. O le nostre imprese abbracciano questa trasformazione o rischiano di uscire dal mercato".

C'è infatti un divario tra le competenze necessarie e quelle realmente presenti in azienda: "solo il 35% delle imprese considera le competenze tecnologiche disponibili adeguate alle proprie necessità". A rilevarlo è una ricerca sulle competenze professionali per la trasformazione digitale condotta da Ey nell'ambito del progetto 'Alleanza per il lavoro del futuro' presentata durante l'ultima giornata del summit. Il gap appare particolarmente rilevante per le imprese manifatturiere: "oltre il 50% dichiara di non avere in azienda le necessarie skills sociali, quali comunicazione, negoziazione, teamwork e leadership, e tecnologiche", ha spiegato il mediterranean people advisory services leader Ey, Donato Ferri.

Circa 1 azienda su 3 - continua lo studio - lamenta anche un'insufficienza di formazione negli ambiti data management, social media management e digital marketing. Nonostante il 63% delle aziende collabori con le maggiori Università, solo il 30% ha al suo interno un'academy per la formazione del personale. "La vera sfida per il mercato del lavoro è la preparazione di un mix di competenze tecnologiche e trasversali, che dovranno essere presenti contemporaneamente sia nelle figure manageriali sia in quelle operative", ha concluso Donato Ferri .

Sulla situazione della pubblica amministrazione, la ministra Giulia Bongiorno, intervenuta nella seconda giornata del summit, ha sottolineato come la digitalizzazione "non deve essere una cura ricostituente per questa Italia malaticcia, ma un cuore nuovo per questa Italia allo stremo delle forze. L'operazione è difficile ma può trasformare davvero la P.a.".

L'Agid, con la nomina di Teresa Alvaro, "non solo rimane lì, ma cresce". Ha poi aggiunto Bongiorno rispondendo in questo modo al Commissario per l'Agenda digitale, Diego Piacentini, che nella prima giornata del Digital Summit aveva dichiarato che "nemmeno Steve Jobs sarebbe in grado di risolvere i problemi dell'organismo".

In collaborazione con:
EY

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