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Trump punta su Putin, 'è l'Europa il nostro nemico'

Oggi il summit a Helsinki. 'Ma tanto sarò criticato comunque'

Donald Trump incontra Vladimir Putin nell'attesissimo faccia a faccia a Helsinki con una convinzione ben precisa: il vero "nemico" dell'America dal punto di vista commerciale è l'Europa, inclusa domenica dal tycoon nella lista nera degli avversari insieme con la stessa Russia e la Cina, almeno "per certi aspetti". Un giudizio shock che emerge anche dalle parole della premier britannica Theresa May, che proprio ieri ha svelato che il tycoon le ha consigliato di fare causa all'Ue invece di negoziare la Brexit. Insomma, come si era ben capito, Trump cerca altri interlocutori rispetto agli alleati tradizionali, pur frenando le aspettative anche sul summit con Putin. "Niente di male, forse qualcosa di buono" verrà fuori dall'incontro.

"Non vado con grandi aspettative", ha messo le mani avanti in un'intervista rilasciata alla Cbs dal suo resort golfistico di Turnberry, in Scozia, prima di volare verso la capitale finlandese. Però ha insistito che intanto vedersi è un passo avanti: "Il colloquio con il presidente Kim lo è stato", ha ricordato, tornando sulla storica stretta di mano di Singapore. "Sfortunatamente - si è comunque lamentato - non importa quanto farò bene al summit. Se anche mi venisse data la grande città di Mosca come ricompensa per i peccati e il male commesso dalla Russia negli anni, tornerei accolto dalle critiche sul fatto che non è abbastanza, che avrei dovuto avere anche San Pietroburgo! Parte dei nostri media sono davvero nemici del popolo e tutto ciò che i democratici sanno fare è resistere e fare ostruzionismo". Alla vigilia dell'incontro Trump però qualche promessa la concede. E sotto la pressione innescata a Washington dall'incriminazione di 12 agenti russi nell'ambito dell'inchiesta sul Russiagate, ancora alla Cbs rivela che intende sollevare la questione della loro estradizione. La tempistica dell'incriminazione chiesta dal procuratore speciale Mueller è stata d'altra parte clamorosa, con i democratici che hanno prima intimato di cancellare il faccia a faccia, per poi inviare una lettera - sottoscritta da otto senatori - esortando il presidente a chiedere allo zar di consentire che i russi incriminati siano giudicati negli Stati Uniti.

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