Le due femmine di rinoceronte bianco
settentrionale sopravvissute a Ol Pejeta sono la sorella di
Sudan, Najin, e la figlia di questa, Fatu. I naturalisti hanno
congelato lo sperma di diversi rinoceronti bianchi deceduti e
sperano di ridare vita alla specie con la fecondazione
artificiale. La tecnica prevede il prelievo di ovuli dalle due
femmine sopravvissute, la fecondazione in vitro con lo sperma
congelato e l'impianto degli ovuli in femmine di rinoceronte
bianco meridionale, che farebbero da madri surrogate.
I rinoceronti bianchi settentrionali sono stati sterminati
negli anni Settanta e Ottanta dai bracconieri, a causa di un
boom della domanda di corni per la medicina tradizionale cinese
e per i manici dei pugnali in Yemen. Le popolazioni di Uganda,
Repubblica Centrafricana, Sudan e Ciad sono state spazzate via.
I 20-30 esemplari sopravvissuti nel Parco nazionale di Garamba,
nella Repubblica Democratica del Congo, sono stati uccisi nella
guerra civile intorno al 2000.
Nel 2009 sopravvivevano solo quattro esemplari di rinoceronte
bianco settentrionale, due maschi (Suni e Sudan) e due femmine
(Najin e Fatu), nello zoo di Dvur Kralové nella Repubblica Ceca.
Quell'anno i quattro furono trasferiti nella riserva kenyana di
Ol Pejeta, sperando che si riproducessero. Sorvegliati 24 ore su
24 da ranger armati, nutriti con una ricca dieta, non hanno dato
alla luce cuccioli. Il maschio Suni è morto per cause naturali
nel 2014.
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