Le compravendite immobiliari
crescono del 5,1% nel 2017, mentre i prezzi calano ancora. Il
Rapporto sul mercato immobiliare Fiaip (Federazione italiana
agenti immobiliari professionali) mostra una flessione dei
valori delle abitazioni dell'1,15% lo scorso anno e prevede nel
2018 una "progressiva stabilizzazione".
Solo alcune grandi città vedono un aumento dei prezzi nel
2017, a partire da Bologna (+3%), Milano (+2,8%), Firenze
(+2,3%), Napoli (+1,3%) e Palermo (+1%). Si registrano invece
nuove diminuzioni a Roma (-1,18%), Torino (-1,4,%). Cagliari
(-3,3% ) e Genova (-3,5%).
Le compravendite nel residenziale sono arrivate a sfiorare
quota 545mila e la domanda di abitazioni è cresciuta del 15%. La
Fiaip si attende che il 2018 raggiungerà 600 mila compravendite
anche se su questa previsione pesa il rischio di un'instabilità
politica che potrebbe "riflettersi negativamente sul mercato
immobiliare".
"Ancora oggi - sottolinea Gian Battista Baccarini, presidente
Nazionale Fiaip - la tassazione immobiliare opprime un settore
che potrebbe essere invece il motore per la crescita economica
del Paese e solo cambiamenti legislativi e normative adeguate
per il settore potranno favorire sempre più le aspettative per
chi investe nel settore a medio lungo termine".
Secondo il rapporto il mercato immobiliare è "ancora in
assestamento" e nella maggioranza delle provincie "permangono i
segni tangibili della crisi". Continuano inoltre a vedere il
segno meno i settori del terziario e del commerciale con cali
per i negozi dell' 1,20% degli scambi e del 5% dei prezzi, per i
capannoni del 3,6% degli scambi e del 4,1% dei prezzi e per gli
immobili uso ufficio dell'1,50% degli scambi e del 6,2% dei
prezzi. Per quanto riguarda le locazioni, nel 2017 si registra
un aumento dei contratti, in netta crescita con un volume per il
residenziale del +12% rispetto al 2016, mentre mostrano ancora
un segno negativo uffici e capannoni. Anche per le locazioni
abitative i prezzi medi hanno subito una flessione moderata
(-0,50%), favorita dall'applicazione della cedolare secca,
mentre permane una forte diminuzione per il settore commerciale:
la diminuzione arriva al 7% per i capannoni.
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