L'export italiano continua a
crescere ma deve tenere il passo con i tempi puntando sul
commercio online che nel mondo vale tra i 2 e i 3mila miliardi
di dollari per il Business to Consumer e oltre 22mila miliardi
per gli scambi tra imprese, interessa attualmente circa 2
miliardi di consumatori, numero che, secondo alcune stime,
potrebbe raddoppiare in tempi rapidi e i prossimi 2 miliardi
arriveranno principalmente dai paesi in via di sviluppo. Questo
il punto di partenza della strategia di internazionalizzazione
online delle imprese che è stata lanciata oggi da Napoli
dall'Ice (Istituto del Commercio estero) e dal Ministero dello
Sviluppo economico che hanno presentato nella sede della Apple
Developer Academy il rapporto Ice-Politecnico di Milano su
"Esportazioni ed e-commerce delle imprese italiane".
L'Italia ha una bassa diffusione dell'e-commerce: solo il 44%
degli utenti Internet fa acquisti online e l'e-commerce B2C in
Italia nel 2017 è stato pari a circa 26,6 miliardi di dollari),
mentre in Inghilterra la percentuale sale all'86%, in Germania
all'82 e in Francia al 76. Ma la domanda interna cresce e nel
2017 gli acquisti online sono saliti del 17%. Anche le nostre
imprese sono indietro, visto che tra i Paesi europei l'Italia è
terz'ultima secondo Eurostat per la diffusione dell'e-commerce
tra le aziende, davanti solo a Bulgaria e Romania, ma dietro a
Polonia, Grecia, Ungheria e molto al di sotto della media
europea. Le prospettive di sviluppo dell'export sono fortissime
soprattutto guardando a Paesi come la Cina dove nel 2017, spiega
il rapporto del Politecnico, l'e-commerce B2C ha raggiunto i 752
miliardi di euro, circa il 32% del mercato mondiale del settore,
oltre la metà dei quali è stato fatto da smartphone. Al secondo
posto ci sono gli Usa con 616 miliardi di dollari, mentre in
Europa i migliori risultati nel B2C provengono da Irlanda e
Regno Unito.
Nella vendita al consumo, per le aziende italiane
l'abbigliamento è il settore più digitalizzato con il 66,7%
delle imprese che vende in Europa e il 37,5% che vende al di
fuori dell'Europa. E sempre di più sono le aziende italiane che
hanno compreso l'importanza della digitalizzazione, visto che
sul totale di aziende italiane attive nelle vendite online, la
propensione all'internazionalizzazione è abbastanza elevata -
circa il 45,8% delle imprese vende via web ad utenti residenti
in Unione Europea, mentre il 25,7% si rivolge a clienti in altre
parti del mondo.
Per le imprese italiane, sottolineano gli organizzatori,
l'e-commerce è un ottimo strumento di export perché fornisce una
soluzione ai possibili limiti strutturali delle PMI. Tuttavia
c'è ancora molta strada da percorrere e l'Agenzia ICE negli
ultimi anni ha impiegato ampie risorse nella promozione dello
sviluppo del commercio digitale, stringendo accordi con e-tailer
internazionali come YOOX, partnership con marketplace
internazionali come Alibaba Group e con le più importanti catene
di GDO e retailer online. Le azioni ICE si sono concentrate sul
settore dei Beni di Consumo-Moda ed Agroalimentare-Vini e su
USA, Canada e Cina come mercati di destinazione, con un
investimento complessivo di circa 4 milioni di euro. Un impegno
che l'ICE rinnoverà anche per il triennio 2018-2020.
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