Dopo la performance del 2017 con
una crescita di 31 miliardi di euro dell'export (+7,4%), le
esportazioni italiane avanzeranno nel 2018 del 5,8% e del 4,5%
medio nel triennio successivo, sfiorando i 500 miliardi di euro
già nel 2019 e superando i 540 miliardi nel 2021. E' il quadro
delineato da 'Keep Calm & Made in Italy', l'ultimo Rapporto
export del Polo Sace simest presentato a Milano.
"Sebbene il rischio che si scateni una vera e propria guerra
commerciale sia piuttosto limitato (probabilità nell'ordine del
5-10%) - viene spiegato - gli effetti potrebbero essere molto
forti". La crescita globale rallenterebbe al 2,8% nel 2018 e il
commercio mondiale frenerebbe. L'export italiano risentirebbe
del calo della domanda dei Paesi più interessati dalle misure -
Stati Uniti e Messico in primis - perdendo quasi due punti
percentuali nel 2018 (da 5,8% a 3,9%) e oltre 3,5 punti l'anno
successivo (da 5,2% a 1,6%).
Nel 2018 si confermano cruciali per l'export italiano i
mercati che hanno trainato la volata del 2017. La performance
migliore è attesa per l'Asia (+8,4%), con Cina, India e
Indonesia in prima linea; l'America Latina (+7,5%) con una
ripresa degli scambi con il Brasile; e l'Europa emergente
(+7,0%), in primis la Russia, pur con tutte le cautele legate al
tema delle sanzioni internazionali. Positive le prospettive per
il nostro export anche nel Nord America (6,1%), nell'Africa
Subsahariana (+5,4%), nell'Europa avanzata (+4,8%) e in Medio
Oriente e Nord Africa (+4,7%). Fra i nuovi mercati promettenti
ci sono Colombia, Filippine e Marocco.
"Gli investimenti in infrastrutture - ha spiegato Roberta
Marracino, direttore area studi e comunicazione di Sace -
soprattutto in ambito portuale, marittimo e del trasporto
intermodale sono indispensabili e potrebbero consentirci di
recuperare ogni anno 70 miliardi di euro di export".
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