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Grande 'Berta Isla' di Javier Marias

Grande 'Berta Isla' di Javier Marias

Romanzo capolavoro, thriller sentimenti di coppia e spy story

ROMA, 24 luglio 2018, 11:43

Paolo Petroni

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

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JAVIER MARIAS 'BERTA ISLA' (EINAUDI, pp. 478 - 22,00 euro - Traduzione di Maria Nicola).
    La vita in fondo è una lunga attesa di quel che ci aspetta e non possiamo conoscere, nonostante sensazioni e desideri profondi, e "chi si abitua a vivere nell'attesa non ne accetta mai del tutto la fine", e quindi è una lotta contro l'incertezza e la fragilità dei nostri progetti e dei nostri sentimenti, contro sconfitte cui bisogna comunque resistere per andare avanti, per non perdere e non perdersi. E' questo il piano metaforico su cui lavora Javier Marias in questo suo ultimo, bellissimo romanzo, che ha la sua forza nel corrispondere anche al piano realistico della narrazione, attraverso una complicata, intensa, delicata e forte storia d'amore tra Berta Isla e Tomas Nevinson che stanno assieme sin da ragazzi, senza immaginare cosa li aspetta, quali prove dovranno affrontare, quanto ci si senta soli anche in due, specie davanti all'impossibilità di capire quale sia la verità e acquisendo la coscienza che l'altro, anche quello più vicino a noi, non lo si conosce mai davvero.
    Berta e Tom si sposeranno a Madrid, avranno due bambini, Guillermo e Elisa, ma sin dagli anni dell'università, che lui, spagnolo di padre inglese, frequenta a Oxford, le loro vite, che vanno sempre più unendosi da un lato, dall'altro cominciano invece a dividersi, a seguire strade diverse, con lui che, per le sue doti mimetiche e la facilità nell'imparare lingue e dialetti, viene costretto con un ricatto poco prima della laurea a entrare come agente operativo nei servizi segreti britannici.
    Inizia così un romanzo di sentimenti e d'avventura che Marias costruisce mirabilmente imprigionando il lettore sino alla fine nel vortice della sua scrittura ricca, psicologicamente articolata, limpidamente riflessiva, oltre che con le vicende misteriose, in parte imprevedibili dei suoi due personaggi, di cui analizza tutte le sensazioni, il vissuto reale e metaforico così come appare loro, gli incontri, le rivelazioni, i pensieri, i sentimenti man mano che passano gli anni, che vanno dal 1968 alla fine del secolo. Poi, a un certo punto, Tom sparisce nel nulla, non se ne sa nulla, non se ne ritrova il corpo, e Berta col tempo comincia a flirtare con la disperazione, mentre una tale assenza si riempie di presenza, favorita dalla mancanza di certezze, e lei, pur cercando di continuare la propria vita, non perde l'abitudine anche dopo anni di andare a vedere dal balcone se lui stia tornando come tante altre volte per strada con la sua valigia. Il luogo dell'amore è ancora una volta quello della possibilità e dell'immaginazione, ma di conseguenza e' anche quello dell'illusione, dell'ambiguità, dell'indecifrabile e dell'inconoscibile, sia per chi ne è testimone, sia per chi lo vive, perché appunto ne trascende la realtà, come sempre nei romanzi di Marias, a cominciare dal primo, 'L'uomo sentimentale', puntando sulla tragicommedia dei sentimenti e degli equivoci, equivoci dell'anima e della vita reale. Il tutto immerso in quell'altra illusione che è il tempo, che ognuno vive a suo modo. "Tutti noi vivi abbiamo il diritto di respingere quelle parti di realtà sulle quali non vi è certezza e che ci amareggiano o rattristano, o ci tolgono ogni speranza", sapendo tra l'altro che "noi non assistiamo quasi a nulla, non siamo in grado di affermare quasi nulla con certezza, anche se lo facciamo di continuo", così che non è "difficile negare un fatto o l'esistenza di qualcosa ... l'opacità del mondo e la sua pessima memoria (labile, dubbiosa, mutevole) ce ne porgono la possibilità su un piatto d'argento". Insomma la vita è praticamente irraccontabile o quella che si racconta è sempre una sua lettura personale, probabilmente molto falsata, tendenziosa. Tanto più quella di un agente segreto che non può raccontare a nessuno, nemmeno ai più intimi, quel che fa o dove vada in missione, quali identità assuma di volta in volta. A capitoli o parti alterne, così seguiamo le storie dei due protagonisti, in genere in terza persona, talvolta in prima, con i versi di Eliot e l'amato Shakespeare dell''Enrico V' a far da filo rosso, a esprimere attraverso la poesia le uniche verità possibili di questa spy story con vari colpi di scena, che è soprattutto un thriller dei sentimenti, sino all'ambiguo, affascinante finale, avvolgente perché ognuno che abbia esperienza di vita vi si può ritrovare: come ha scritto Claudio Magris, non c'è più il dubbio tra l'essere e il non essere, ma tutti siamo e non siamo.
   

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