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Aramburu, non credo alle piccole patrie

Aramburu, non credo alle piccole patrie

Vincitore del Lampedusa, bene accogliere migranti ma non basta

PALERMO, 02 agosto 2018, 15:35

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Le ragioni dell'Eta non l'hanno mai convinto e non crede alle piccole patrie. Lo scrittore basco Fernando Aramburu, vincitore del Tomasi di Lampedusa (consegna il 4 agosto a Santa Margherita di Belìce) con "Patria" (Guanda), che affronta la questione basca, considera una conquista l'accordo di Schengen: "Sono arrivato a Palermo dalla Germania - dice in conferenza stampa nel palazzo dove abitò l'autore del Gattopardo - senza usare il passaporto. Il mondo ha bisogno di aperture e d'umanità".
    Da 33 anni vive in Germania, dove si sente un po' straniero: "Per strada la gente mi guarda con sospetto; a meno che non sia col mio cane, allora mi sorride. La morale che ne ho tratto è che il cane dà garanzia di normalità".
    Poco tenero con il suo paese ("la Spagna è troppo concentrata su se stessa per riflettere sul fenomeno dei migranti"), non è clemente neanche con la Germania: "Nel 2015 ha accolto 1,2 milioni di stranieri, ma l'ha fatto male. Va bene l'accoglienza, ma ai migranti bisogna dare prospettive".
   

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