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Thelma, un thriller d'autore tra Munch e Bergman

In sala dal 21 giugno il film del norvegese Joachim Trier

La prima scena di 'Thelma' del regista norvegese Joachim Trier, in sala dal 21 giugno con Teodora, ti resta attaccata addosso e non te ne liberi più. Protagonisti: una tenera bambina, un padre a caccia con tanto di fucile e un cervo sacrificale. Questo l'incipit di quest'opera che si potrebbe definire, ma solo per convenienza e molto riduttivamente, "un thriller d'autore". 'Thelma' infatti sfugge ad ogni possibile classificazione di genere mescolando thriller, mistery e horror con la cultura del nord Europa dove si confondono Munch, Bergman, Lars Von Trier, Dreyer e i quadri romantici di Caspar David Friedrich.

Protagonista di questa storia è Thelma (Eili Harboe) una timida ragazza di provincia cresciuta in una famiglia molto religiosa e appena arrivata a Oslo per frequentare l'università. Qui la ragazza conosce Anja (Kaya- Wilkins) e presto l'amicizia tra le due si trasforma in un sentimento più profondo che mette in discussione i principi morali di Thelma. E mentre la ragazza, dopo alcuni anomali attacchi epilettici, scopre lentamente di avere dei poteri inquietanti e incontrollabili, legati a un terribile segreto del suo passato, il film, attraverso molti flash back, ci porta dentro un mistero familiare dove si confondono religione, demoniaco, senso di colpa e, soprattutto, la sconosciuta forza del potere del desiderio.

"Questo film è molto diverso dai miei titoli precedenti - dice il regista -. Sono cresciuto guardando i film di Bergman e Antonioni, ma anche di Brian De Palma e ho molto amato per le sue implicazioni esistenziali 'La zona morta' di David Cronenberg, una specie di fiaba che racconta qualcosa di profondamente umano all'interno di una cornice soprannaturale". La storia di Thelma continua Joachim Trier che nel 2011 ha portato a Cannes 'Oslo, 31. august' basato sul romanzo Fuoco fatuo di Pierre Drieu La Rochelle: "ha un sapore mitico: parla di un rapporto tra padre e figlia e dell'incapacità di accettare il proprio destino. È curioso - aggiunge - che durante la post-produzione stavo iniziando a lavorare con lo scrittore Karl Ove Knausgård a un documentario su Edvard Munch, il pittore norvegese de L'Urlo. I suoi dipinti raccontano l'angoscia umana, ma anche la bellezza, la sensualità e la complessità della gioia nella cultura scandinava: temi che hanno un rapporto molto stretto con il passaggio all'età adulta. Volendo indicare anche un'altre fonti di ispirazione, solo apparentemente lontane, ci sono - conclude - anche l'Hitchcock di Marnie e La donna che visse due volte e due romanzi di Stephen King come 'Carrie' e 'Incendiaria' le cui protagoniste provano a negare il proprio destino finendo poi ad affrontarlo come accade nei miti greci".

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