Una rete di nano-satelliti
osserverà la volta celeste attraverso il progetto
Hermes-Scientific Pathfinder.
Il progetto è stato selezionato dalla Commissione Europea tra
i vincitori del recente bando Horizon 2020 Space-20-Sci. Nato
circa due anni fa dall'intuizione di Luciano Burderi, docente di
Astronomia e Astrofisica dell'Università di Cagliari, e Fabrizio
Fiore, direttore dell'Osservatorio astronomico dell'INAF di
Roma, il programma prevede la realizzazione di tre
nano-satelliti, equipaggiati con rivelatori X ad alta tecnologia
di piccole dimensioni, dedicati all'osservazione di Gamma Ray
Burst (GRB), intensi lampi di raggi gamma che possono durare da
pochi millisecondi a diverse decine di minuti, Si tratta di
potenti esplosioni che costituiscono il fenomeno più energetico
finora osservato nell'universo.
Uno dei punti di forza del progetto è la collaborazione
internazionale tra l'Università di Cagliari, l'Inaf (l'Istituto
nazionale di Astrofisica), il Politecnico di Milano, le
Università di Trieste, Udine, Ferrara, Napoli Federico II,
Tubingen, Nova-Goriza, Eotvos Budapest, e diverse piccole e
medie industrie slovene, ungheresi e spagnole: anche per questo,
Hermes gode del supporto dell'Agenzia Spaziale Italiana. I
satelliti del progetto saranno in grado di localizzare, in pochi
anni, le enormi esplosioni cosmiche con una precisione variabile
tra pochi gradi e qualche minuto d'arco, fornendo un contributo
di assoluta rilevanza alla cosiddetta "astroªfisica
multi-messenger".
"Hermes può offrire una fast-track meno costosa per fornire
un supporto complementare a queste missioni complesse", spiegano
Burderi e Fiore. Questo obiettivo sarà raggiunto utilizzando le
cosiddette 'disruptive technologies': tecnologie poco costose ma
dal considerevole impatto nel settore in cui sono adottate. Si
tratta, quindi, di un progetto facilmente incrementabile, in
quanto basato su nano-satelliti relativamente poco costosi e con
un tempo di sviluppo di pochi anni.
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