(ANSA) - ROMA, 21 MAR - "L'acquisto di un immobile pagato in
bitcoin 'suggerisce' una segnalazione antiriciclaggio": è la
risposta che il Notariato ha fornito al quesito posto da un
professionista, prendendo così posizione sul "delicato tema
della definizione delle criptovalute e, soprattutto, su quello
ancora più sensibile della tracciabilità dei pagamenti in
bitcoin". Il bitcoin, si legge in una nota, "non è emesso da una
banca centrale, non è generalmente accettato come mezzo di
pagamento", è "insicuro" dal momento che "gli utenti non
ricevono protezione, e il valore può oscillare vertiginosamente
anche in un arco temporale molto breve". C'è, poi, incalza la
categoria, il tema informatico: nell'ambiente virtuale la
'identificazione' è "una mera verifica di credenziali, criticità
che ai fini della normativa antiriciclaggio non è di poco conto,
considerando che l'anonimato è la cifra intrinseca della stessa
teconologia adottata, cioè il blockchain". Nell'ambiente
criptovalutario, dunque, "neppure l'autore del pagamento può
identificare il destinatario nel gioco di incastro tra password
pubblica e quella privata". L'operazione in bitcoin proviene da
un 'conto', che l'acquirente dichiara essere proprio, ad un
altro conto del quale, parimenti, il venditore asserisce la
titolarità, il tutto "senza che possa esservi il benché minimo
riscontro della veridicità di tali dichiarazioni". A far
propendere per il comportamento professionale prudenziale è,
quindi, il sostanziale anonimato dell'operazione e l'effettiva
impossibilità di identificare il beneficiario della transazione.
Per queste ragioni, per il Consiglio nazionale del Notariato "il
pagamento in criptovalute va segnalato all'Unità di Informazione
Finanziaria (Uif)". (ANSA).