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Unioncamere: Drudi (Cciaa), riforma zoppa 'senza territori'

Ma unificazione prosegue, Camera unica con tre aziende speciali

(ANSA) - PESARO, 20 GIU - "Una riforma zoppa, che va rivista perché doveva tener conto di più dei territori, dei settori". Lo ha detto Alberto Drudi, presidente della Camera di Commercio di Pesaro e Urbino, intervistato da Rossini Tv. "Invece - ha aggiunto - è stata impacchettata e proposta. Nelle Marche, da cinque si passa a un'unica Camera regionale senza tener conto di problemi e specializzazioni che ci sono sui singoli territori".
    Drudi ha citato la Camera di Commercio di Fermo che ha appena deciso di presentare ricorso contro la riforma. "Essendo però una legge dello Stato - ha detto ancora Drudi -, che dobbiamo rispettare, il cammino per l'unificazione prosegue con l'organizzazione nella Camera unica con tre aziende speciali".
    Il presidente ha parlato della situazione economica che "sta lentamente migliorando anche se rimangono ancora i residui della grande crisi che abbiamo avuto purtroppo dal 2008 ad oggi. Ci sono imprese - ha spiegato - che hanno retto perché hanno saputo innovare, crescere, guardare ai mercati intorno a loro, specie quelli internazionali, visto che il mercato locale è fermo".
    Il problema, ha detto ancora, è "che oggi regge di fronte ai cambiamenti dell'economia chi sa stare al passo e, cioè, occorre innovare ma soprattutto investire". Per questo "è importante il ruolo delle banche, cui rivolgo un appello - ha chiosato Drudi - che valutino con attenzione la situazione della nostra provincia e non solo, visto che la questione delle risorse è di carattere nazionale, perché se un'impresa va bene, va bene anche la banca.
    Non si può chiedere un rientro dalla mattina alla sera perché si rischia di far saltare l'azienda".
    Dal 2008, ha osservato, la provincia pesarese è sempre cresciuta nell'export: nel primo trimestre 2018 del 6,2% "perché in questi anni - ha sottolineato Drudi -, abbiamo costruito rapporti, relazioni, opportunità verso quelli che sono i nostri mercati di riferimento, come la Cina o l'area della Russia, verso la quale esprimiamo, ancora una volta, la necessità di interrompere le sanzioni".(ANSA).
   

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