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Toti: 'Il ponte di Genova si può ricostruire in 12-15 mesi'. Conte: 'Aspettiamo Mef, confidiamo di inviare decreto già domani al Colle'

Nuovi interrogatori, dai pm Marigliani e Rigacci

"Noi ribadiamo che in 12, massimo 15 mesi, il ponte si può ricostruire. Non tollereremo ritardi". Così, ai microfoni di Rtl 102.5, il governatore della Liguria Giovanni Toti. "Aspettiamo un decreto che era partito molto male, senza di noi. Abbiamo lavorato, anche insieme a Conte, per una serie di misure per la ricostruzione con soggetti interessati, soggetti che avevano il dovere di farlo. Poi il governo ha preso un'altra strada".

"Stiamo montando i sensori per poter far rientrare persone in casa prima che poi i resti del ponte siano demoliti. Vogliamo inoltre riattivare la viabilità nella Val Polcevera, che è densamente popolata, ci sono aziende collocate nell'area. Questa è l'urgenza, poi se il governo vuole fare riflessioni sulle infrastrutture in Italia, Genova non può attenderle", spiega Toti.

"Potremmo avere molti ricorsi, in primis quello di Società Autostrade", ha detto Toti commentando l'intenzione del governo di avviare una procedura in sede europea per evitare una gara pubblica e bypassare Autostrade.

"Fincantieri piace a tutti noi, è di Genova ma secondo noi vanno messe insieme più aziende, per esempio Autostrade che per legge al momento è ancora concessionaria di tremila chilometri di rete, compreso il ponte Morandi - aggiunge il governatore a proposito del soggetto che dovrà ricostruire il viadotto crollato lo scorso 14 agosto -. Poi se i vertici hanno sbagliato devono pagare. Se Autostrade non ha fatto investimenti deve pagare, come anche il Ministero delle Infrastrutture se non ha controllato ha pari responsabilità. Questa vicenda ha tante responsabilità. Senza banalizzare, però se faccio un incidente stradale, con la mia automobile che è distrutta, prima bisogna pagare perché io faccia riparare la mia auto, con cui vado a lavorare e porto i figli a scuola, poi si cambia codice della strada - conclude - poi si verifica la responsabilità di chi mi ha investito, ma per prima cosa, devo avere la mia auto riparata".

"Il punto che sta bloccando il decreto lo dovete chiedere al governo", ha detto poi Giovanni Toti parlando a margine della visita del Capo dello Stato, Sergio Mattarella, al Salone Nautico di Genova. "Per quanto ci riguarda - ha detto Toti - abbiamo detto tutto quello che riteniamo opportuno contenesse. Il governo ha deciso di intraprendere la strada del Commissario straordinario per la demolizione e la ricostruzione. Adesso spetta al governo dare delle risposte. Io ricordo ancora una volta al governo: con grande laicità siamo pronti ad affrontare ogni discussione e ad accettare le scelte purché velocizzino e siano fatte nell'interesse di Genova e non nell'interesse di qualsiasi altra politica ancorché legittima".

Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha detto di aspettare sul decreto Genova "i riscontri del Mef e poi confidiamo di inviarlo già domani se i riscontri si chiuderanno in giornata". Sul commissario "non sono venuto meno alla promessa fatta a Genova: non è che sul palco vesto i panni del cantore o dell'araldo e poi li smetto. Dissi 10 giorni e intendevo 10 giorni dall'entrata in vigore del decreto. Se poi arriverà qualche giorno prima meglio". 

Nuovi interrogatori, dai pm Marigliani e Rigacci - "In questa fase non ci viene fatta una contestazione di una condotta specifica, per questo ci siamo avvalsi della facoltà di non rispondere". Lo ha detto l'avvocato Guido Colella, il legale di Riccardo Rigacci, ex direttore del primo tronco di Autostrade, al termine dell'interrogatorio davanti ai pm che indagano sul crollo di ponte Morandi.

Anche Stefano Marigliani, attuale direttore del primo tronco, ha fatto scena muta davanti al pm. "Siamo in una fase estremamente preliminare e 'mobile'. Valuteremo se farci sentire nelle prossime settimane", hanno detto i legali del dirigente, gli avvocati Guido Carlo Alleva e Davide Sangiorgio.

Sabato dimissioni dell'ospedale dell'ultimo ferito - L'ultimo ferito del ponte Morandi ricoverato al San Martino di Genova verrà dimesso nella mattinata di sabato. Lo rende noto la direzione sanitaria dell'ospedale, dove dal primo ottobre l'uomo proseguirà il programma riabilitativo all'ospedale Galliera, scelto perché si trova nei pressi della sua abitazione. L'uomo è rimasto appeso alla sua auto con cui andava al lavoro grazie alla cintura di sicurezza. Nei giorni scorsi è diventato padre.

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