Giulia Sergas, Ryder dia chance alle donne

"Entrare nella Hall of Fame della PGA italiana è stata una grande emozione e un riconoscimento per quanto fatto in carriera. Le Olimpiadi di Rio 2016 tra le soddisfazioni più grandi, ma forse è arrivato il momento di smettere. Il golf a livello femminile non è considerato. Il progetto Ryder Cup deve servire anche a fare uscire dall'anonimato le donne che praticano questo sport". Giulia Sergas è appena entrata nella storia del golf italiano (è la terza proette dopo Federica Lassù e Diana Luna a ottenere questo riconoscimento istituito nel 2013), ma sta meditando il ritiro. Nel 2017, dopo 14 anni di battaglie nel LPGA Tour (circuito americano), il ritorno in Europa. Soltanto tre le gare disputate quest'anno. "Adesso - rivela - mi interesso sempre di golf. Ma in modo diverso. Ho aperto una società che si occupa dell'organizzazione di viaggi in Italia per gli stranieri volta a far scoprire il Bel Paese sotto tutti gli aspetti. E quindi anche a livello golfistico. Si chiama 'Italy Dream Golf'. Ora voglio dedicarmi a questo. Non so se continuerò, sono delusa. A livello femminile questo è uno sport poco considerato". Non nasconde l'amarezza la 37enne triestina, che nel 2000 ha iniziato la carriera professionale nel Ladies European Tour (Let) ricevendo subito l'attestato di "Rookie of the year" quale miglior debuttante nel circuito. Ha disputato 41 major, la Sergas. Ottenendo sei Top ten compreso il quarto posto allo Us Women Open del 2012. Dopodiché ha preso parte alla Solheim Cup (la Ryder al femminile) con la squadra europea che ha sconfitto in trasferta (al Colorado GC) gli Stati Uniti con il punteggio più pesante mai registrato nella competizione (18-10). Poi ha partecipato ai Giochi di Rio rappresentando l'Italia insieme a Giulia Molinaro: "Un'emozione - ammette - indescrivibile e un' esperienza unica. Le gare, il villaggio vissuto al fianco di mostri sacri dello sport. E' stata la ricompensa di tutti i sacrifici sportivi. Passavo ore ed ore in mensa ad ammirare leggende e a conoscere altre culture". Nell'ultimo periodo è stata seguita da Costantino Rocca. "E' una persona eccezionale - sottolinea - e come lui per valori e umanità n'esistono poche al mondo. E' un uomo buono e leale". Ora sembra dunque volersi dedicare ad altro, però. "Perché il golf è stato reso uno sport maschilista quando invece non lo è.
    In Corea e Giappone le atlete donne vengono trattate al pari degli uomini, in Europa no. Questione di programmi, che nel Vecchio Continente non esistono. Questa è una cosa vergognosa e occorre farsi delle domande". Ma le strade verso un possibile ripensamento restano aperte. "La mia passione è il turismo e voglio tuffarmi al massimo in questa nuova avventura. Almeno per il momento. Spero che il progetto Ryder Cup 2022 possa servire a cambiare passo. Si tratta di un evento incredibile, unico. Ma servono investimenti - l'appello - anche a livello culturale".