di Redazione ANSA

Nuoro leader della chirurgia robotica grazie all’Ue

Nel 2011 i fondi europei hanno finanziato l'acquisto di un robot di ultima generazione, capace di rivoluzionarie le tecniche operatorie usate fino a quel momento nell'ospedale San Francesco.

Nuoro è leader in Sardegna della chirurgia robotica: da alcuni anni nella sala operatoria dell’ospedale San Francesco è entrato il robot da Vinci, rivoluzionando le tecniche operatorie utilizzate fino a quel momento. Grazie al Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (Fesr) che ha premiato l’ospedale nuorese con oltre 1 milione di euro (1.008.000) per l’acquisto del robot e per la sua installazione, il capoluogo barbaricino ha potuto toccare le alte vette della medicina d’avanguardia.

 

L’arrivo del robot Da Vinci in Sardegna

Il robot da Vinci è usato prevalentemente in chirurgia e in urologia, con una media di 50 interventi all’anno per ognuna delle due branche mediche e in percentuali minime anche in ginecologia. La chirurgia robotica a Nuoro arriva già nel 2009 ma è nel 2011 con i fondi Fesr che il nosocomio riesce ad aggiornare la strumentazione grazie a un bando per l’ammodernamento tecnologico delle strutture ospedaliere. Oggi il reparto di Chirurgia generale del San Francesco è riconosciuto come Centro di Chirurgia robotica in Chirurgia generale. “Gli interventi eseguiti con la chirurgia robotica consentono di minimizzare i rischi e di massimizzare la precisione - spiega il primario del reparto di Chirurgia Carlo De Nisco - La tecnica mini-invasiva robotica ha un decorso operatorio molto più breve rispetto alla tecnica a cielo aperto – sottolinea - elimina le imperfezioni della mano dell’uomo, come il tremolio per esempio, e c’è una magnificenza delle immagini e presenta una visione tridimensionale e in alta definizione”.


Come funziona il robot

foto1

Il robot da Vinci permette a un singolo chirurgo di azionare simultaneamente quattro bracci robotici che gli consentono di eseguire movimenti estremamente precisi nel corso di interventi chirurgici ad elevata complessità. Il robot è costituito da tre parti: il carrello visione dove è presente il monitor; il carrello paziente con i quattro bracci del robot - che rappresentano gli occhi del chirurgo, la sua mano sinistra, la sua mano destra, più un quarto braccio che fa il lavoro dell’assistente ma governato direttamente dal chirurgo - e la consolle, dalla quale il chirurgo comanda la macchina. L’equipe è costituita anche da un aiuto chirurgo a fianco del paziente, che introduce strumentario e fili chirurgici all’interno della cavità addominale.


La robotica nuova frontiera della chirurgia

foto2

La robotica è la chirurgia del futuro ma è ancora una tecnica “giovane” avendo poco più di un decennio di età. Proprio per questo presenta dei limiti ancora da perfezionare: “Un intervento in chirurgia robotica costa molto di più di un intervento in laparoscopia, per esempio, e i tempi di esecuzione sono molto più lunghi – precisa il primario di Urologia Franco Cossu - Quando le nuove generazioni di chirurghi utilizzeranno più diffusamente la chirurgia robotica i tempi e i costi scenderanno”.


Gli alti costi della robotica

Scritta

Un problema quello dei costi con cui combattono ogni giorno le aziende sanitarie locali. ”I costi elevati degli interventi in chirurgia robotica per la sanità pubblica impongono il tema dell’appropriatezza della cura –conferma la direttrice della Assl di Nuoro Grazia Cattina - Il punto è dare ai pazienti ciò che è appropriato per la patologia che presentano con il minor costo: se quell’intervento può dare gli stessi risultati e può essere eseguito in sicurezza con la laparoscopia per esempio, si sceglie quest’ultima strada che presenta costi più contenuti”.


L’Assl di Nuoro punta ad acquistare un robot di ultimissima generazione

ospedale

Il robot da Vinci in questi anni è stato la punta di diamante dell’ospedale di Nuoro. Un’eccellenza che ha inorgoglito l’azienda sanitaria locale. Ora si punta ad acquistare un robot di ultimissima generazione. magari facendo ricorso ad altri fondi dell’Unione Europea.”Il nostro auspicio è proprio questo – dice la direttrice dell’Assl – E’ inoltre indispensabile la formazione: per mantenere nel tempo i livelli di competenza raggiunti bisogna insegnare e sviluppare sul campo altre competenze”.