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Scritte contro Marco Biagi. Il figlio, fu abbandonato

'Disgusto per parole Balzerani. Sono solamente degli assassini, dovrebbero tacere'

"Marco Biagi non pedala più, onore a Mario Galesi, onore ai compagni combattenti". Sono alcune delle scritte comparse, in occasione dell'anniversario dell'uccisione da parte delle nuove Brigate rosse di Marco Biagi, sui muri della facoltà di Economia dell'università Modena, dove il professore insegnava. 

A distanza di 16 anni dall'assassinio del padre, Lorenzo Biagi denuncia: "Lo Stato ha abbandonato mio padre. Aveva una scorta fino a pochi mesi prima di essere ucciso, fino al novembre del 2001. Per cui penso che il fatto che gli sia stata tolta senza motivo o comunque con una grande sottovalutazione del pericolo sia una cosa molto grave.  Spero - ha aggiunto Lorenzo, a margine del ricordo del padre a pochi metri dal luogo dell'omicida - che questo non capiti più ad altre persone o altre figure come lui".

Poi ha commentato le parole dell'ex Br Barbara Balzerani, secondo la quale quello della vittima è diventato "un mestiere". "Provo un grande disgusto nei confronti di questa frase - ha rilevato il figlio del giuslavorista -, anche perché offende noi vittime e tutte le persone che hanno sofferto. Io, ad esempio, come figlio di Marco Biagi e come vittima penso che ci dovrebbe essere più rispetto nei confronti di noi vittime perché una frase del genere credo che sia completamente irrispettosa nei nostri confronti. Il monopolio della parola non lo vogliamo avere noi vittime - ha detto il figlio del giuslavorista ucciso nel 2002 - ma non lo dovrebbero avere di certo loro che sono solamente degli assassini e dovrebbero tacere e basta".

A dare notizia delle scritte comparse sui muri della facoltà di economia è stato Michele Tiraboschi, storico collaboratore di Biagi, che ha pubblicato le foto su Facebook.

 

"La Digos trasmetterà in tempi strettissimi alla Procura di Modena un informativa contro ignoti. Il reato potrebbe essere quello previsto dall'articolo 414 del codice penale: apologia di reato finalizzata a reati di terrorismo", ha detto il procuratore di Modena Lucia Musti. "In questo caso - spiega Musti - la competenza è della Procura distrettuale antiterrorismo di Bologna".

    In una dichiarazione, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella parla di una "ferita aperta". Ma, rileva, "il terrorismo esce sconfitto".  "Sono trascorsi sedici anni dal crudele agguato in cui venne ucciso Marco Biagi e la ferita inferta dai terroristi assassini è ancora aperta nella nostra comunità civile".  "In questa giornata desidero rinnovare la mia vicinanza e la mia solidarietà alla signora Marina Orlandi Biagi, ai familiari, agli amici, ai colleghi, a quanti hanno continuato in questi anni a sviluppare i temi della ricerca di Biagi, approfondendo e ampliando il confronto, cercando soluzioni positive alle domande poste dai mutamenti profondi del lavoro e dei mercati, tentando di tenere insieme le esigenze di competitività del sistema con i principi costituzionali di equità e di giustizia sociale", prosegue il capo dello Stato. "Il terrorismo è stato sconfitto irrevocabilmente nella coscienza popolare, grazie all'unità del popolo italiano. Nel loro assalto all'ordinamento e alla convivenza civile, i terroristi hanno spezzato con disumanità tante vite e provocato immense sofferenze, ma non sono riusciti a disgregare la società e a colpire la Costituzione, che resta il fondamento della Repubblica", dice ancora Sergio Mattarella.

 

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