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Scoperto un nuovo rifugio negli oceani

Scoperto un nuovo rifugio negli oceani

Per i pesci che fuggono dal caldo

20 marzo 2018, 20:46

Redazione ANSA

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Haptoclinus dropi ed è una delle specie sconosciute identificate nella nuova zona oceanica tra 130 e 300 metri di profondità (fonte Carole Baldwin, Smithsonian) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Haptoclinus dropi ed è una delle specie sconosciute identificate nella nuova zona oceanica tra 130 e 300 metri di profondità (fonte Carole Baldwin, Smithsonian) - RIPRODUZIONE RISERVATA
Haptoclinus dropi ed è una delle specie sconosciute identificate nella nuova zona oceanica tra 130 e 300 metri di profondità (fonte Carole Baldwin, Smithsonian) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Scoperta la zona degli oceani in cui si rifugiano i pesci della barriera corallina in cerca di acque meno calde: popolata da alcune specie sconosciute, si trova fra 130 e 300 metri di profondità ed è stata chiamata raritrofica per la bassa presenza di luce e le scarse sostanze nutrienti. È quanto emerge dallo studio pubblicato sulla rivista Nature Scientific Reports. 
La ricerca è stata condotta dai biologi marini del Museo americano Smithsonian di Storia Naturale nell’ambito di un progetto per lo studio della barriera corallina attraverso piccoli sommergibili con equipaggio.

Coordinato da Carole Baldwin, a partire dal 2010 il progetto ha permesso di identificare 50 nuove specie di pesci e invertebrati marini nelle acque dello Stato di Curaçao, che si trova nel Mar dei Caraibi meridionale, di fronte alle coste del Venezuela, e fa parte dei Paesi Bassi.

Nel corso di circa 80 immersioni con il piccolo sommergibile, che ha un’autonomia di otto ore e può spingersi a 300 metri di profondità, i biologi marini dello Smithsonian hanno osservato 4.500 pesci di 71 specie. Le analisi hanno mostrato che questi animali hanno caratteristiche più simili a quelle delle regioni superficiali della barriera corallina, piuttosto che alle zone profonde, dove luce e sostanze nutritive sono più rare.



“Si stima che il 95% dello spazio abitabile del nostro Pianeta sia negli oceani. Tuttavia - ha spiegato Carole Baldwin - solo una frazione di questo spazio è stata finora esplorata. La barriera corallina, con la sua grande biodiversità, è una di queste aree ancora poco note. La nostra speranza - ha concluso - è che l’individuazione della nuova zona oceanica possa attirare l’attenzione sulla necessità di approfondire l’esplorazione di questo ecosistema”.

 

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