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Il cervello sente la mano artificiale come sua, prima volta

Il cervello sente la mano artificiale come sua, prima volta

Nuova tecnica con la realtà virtuale, test su 2 pazienti in Italia

14 agosto 2018, 18:54

Redazione ANSA

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Per la prima volta il cervello umano è riuscito a percepire una mano artificiale come se fosse la propria (fonte: Politecnico di Losanna (EPFL)) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Per la prima volta il cervello umano è riuscito a percepire una mano artificiale come se fosse la propria (fonte: Politecnico di Losanna (EPFL)) - RIPRODUZIONE RISERVATA
Per la prima volta il cervello umano è riuscito a percepire una mano artificiale come se fosse la propria (fonte: Politecnico di Losanna (EPFL)) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Per la prima volta il cervello umano è riuscito a percepire una mano artificiale come se fosse la propria, grazie ad una tecnica innovativa che lo 'inganna' combinando insieme la stimolazione visiva e tattile con la realtà virtuale. Il risultato, provato su due pazienti presso il Policlinico Gemelli di Roma, si deve alla collaborazione del Politecnico di Losanna e la Scuola Superiore S. Anna di Pisa, ed è descritto sul Journal of Neurology, Neurosurgery & Psychiatry.

I ricercatori hanno lavorato per riprodurre in modo simultaneo nei pazienti le sensazioni indotte dalla vista e dal tatto quando si vede e si prende un oggetto, in modo che il loro cervello finisse per sentire la protesi come se fosse sua. "Abbiamo stimolato con il tatto un nervo periferico della parte amputata - spiega il coordinatore della ricerca Silvestro Micera, che lavora fra i due istituti - in modo da dargli l'informazione tattile e fargliela sentire al dito della mano fantasma". Nello stesso tempo i due pazienti indossavano degli occhiali da realtà virtuale, che gli mostravano il dito della mano della protesi che si illuminava proprio nello stesso momento in cui gli era dato lo stimolo tattile.


Fonte: Politecnico di Losanna (EPFL)

Grazie a questa stimolazione combinata di vista e tatto, "provata qui per la prima volta - continua Micera - le due persone non solo hanno sentito la protesi proprio come se fosse la loro 'vecchia' mano, ma hanno percepito anche il loro braccio per intero, e non ristretto come accade di solito a chi viene amputata mano". Un approccio che può avere un impatto clinico importante, per la riabilitazione e la terapia delle persone cui vengono amputati gli arti.

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

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