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Vienna è la città più vivibile del mondo, Milano e Roma peggiorano

Classifica Economist, il capoluogo lombardo 46esimo, la capitale e' 55esima

Redazione ANSA ROMA

La 'vecchia' Europa è un po' più vivibile dello scorso anno, grazie soprattutto al ridotto allarme sulla sicurezza, ma le città italiane non seguono questo trend. E' questa la fotografia del Global Liveability Index pubblicato oggi dalla Economist Intelligence Unit, che per il 2018 mette al primo posto Vienna, che scalza Melbourne che aveva ottenuto il primato nelle ultime sette edizioni.
La classifica si basa su oltre 30 parametri qualitativi e quantitativi riuniti in cinque categorie, stabilità, servizi sanitari, cultura e ambiente, educazione e infrastrutture, e esamina ogni anno 150 città del mondo. "Negli ultimi anni le città europee sono state colpite dalla minaccia del terrorismo sempre più diffusa - spiegano gli esperti che hanno preparato la classifica - mentre ora sembrano tornate alla normalità".
Proprio l'abbassamento della minaccia terroristica, unito a un basso tasso di criminalità, ha decretato il sorpasso di Vienna, che ha un punteggio di 99,1 su 100, nei confronti di Melbourne che ha 98,4. Al terzo posto c'è Osaka, seguita da Calgary e Sidney, mentre nella top ten l'unica altra europea è Copenhagen, al nono posto. Dall'altro lato la peggiore città come vivibilità è Damasco, che era ultima anche lo scorso anno, seguita da Dhaka e dalla capitale nigeriana Lagos. In generale la vivibilità media del mondo è invece leggermente migliorata, ed è passata da 74,8 a 75,7. In controtendenza rispetto ai dati europei si piazzano le due città italiane monitorate. Milano, stando al giudizio degli esperti, si piazza al posto 46, scendendo di tre gradini rispetto all'edizione 2017, mentre Roma scende al 55 dal 50, con la magra consolazione di essere appena sopra New York che è al posto numero 57. Al contrario, oltre a Vienna che ha raggiunto il primo posto, anche diverse altre grandi capitali salgono.
Parigi e Copenaghen, ad esempio, hanno guadagnato rispettivamente tredici e dodici posizioni, arrivando alla 19 e alla nona. "Anche se i nazionalismi continuano a crescere le città in Europa hanno visto una generale stabilizzazione dei livelli di conflittualità - si legge -, con una attenuazione delle crisi dovute alla migrazione, alla Brexit o all'indipendenza in Catalogna. Ancora più importante è il fatto che nell'ultimo anno c'è stato un grande miglioramento nella sicurezza in diverse città europee".

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