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Giornata contro leucemie, in barca a vela come terapia

Giornata contro leucemie, in barca a vela come terapia

Viaggio in Adriatico con pazienti, medici e skipper

ROMA, 21 giugno 2018, 10:13

Redazione ANSA

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La barca a vela di "Sognando Itaca" - RIPRODUZIONE RISERVATA

La barca a vela di "Sognando Itaca" - RIPRODUZIONE RISERVATA
La barca a vela di "Sognando Itaca" - RIPRODUZIONE RISERVATA

Pazienti in fase riabilitativa, skipper professionisti, medici, infermieri e psicologi in barca a vela insieme con l'obiettivo di diffondere "Sognando Itaca," la vela come metodo terapeutico per la riabilitazione psicologica e il miglioramento della qualità della vita dei malati ematologici. In occasione della Giornata nazionale contro le leucemie, linfomi e mieloma del 21 giugno, l'Ail (Associazione italiana contro leucemie-linfomi e mieloma) organizza uno speciale viaggio in barca a vela: un'esperienza unica, lontano dai luoghi di cura e in un contesto di reciprocità. Testimonial dell'iniziativa Alessandra Sensini, ex campionessa olimpica di vela e vicepresidente del Coni. "Insieme - raccontano gli organizzatori - arriveranno idealmente ad Itaca, metafora della vita, non come meta da raggiungere, ma come viaggio da vivere. Come Ulisse, i pazienti si trovano ad affrontare un mare aperto, sconosciuto e pieno di insidie. Durante il viaggio scoprono, però nuovi territori, relazioni, solidarietà, vicinanze e risorse".

Ideato da un giovane paziente amante della vela, "Sognando Itaca" è nato nel 2006 da una collaborazione tra l'oncologia medica e l'ematologia degli Spedali Civili di Brescia, la Sezione Ail della città, la Fraglia Vela di Desenzano ed il Circolo Vela Gargnano.

Quest'anno l'imbarcazione dell'Ail naviga dal 4 al 21 giugno lungo il mare Adriatico con tappa nei porti di Trieste, Venezia, Ravenna, Rimini, Pesaro, Ancona, Pescara, Bari, Brindisi e Taranto. 

Tumori sangue, speranze concrete da immunoterapia e Car-T 

Con l'immunoterapia un importante passo avanti è stato fatto nella cura dei tumori del sangue. Solo fino a pochi anni fa, l'unico metodo di cura era la chemioterapia, con significativi effetti collaterali. Oggi i nuovi trattamenti sono una speranza concreta per i pazienti colpiti da leucemie, linfomi e mielomi. L'argomento è stato al centro della presentazione, oggi a Roma, della 13ma Giornata nazionale contro leucemie, linfomi e mieloma che sarà celebrata il 21 giugno. Nel 2017 in Italia sono stati diagnosticati complessivamente 31.700 nuovi casi di tumori ematologici. "Oggi l'immunoterapia, che stimola le cellule del sistema immunitario a combattere il cancro, rappresenta un'evoluzione nel trattamento della malattia e sta aprendo nuove prospettive", ha detto Sergio Amadori, presidente Ail, Associazione italiana contro leucemie-linfomi e mieloma. Paolo Corradini, direttore del dipartimento di oncologia ed ematologia dell'Università di Milano e direttore della struttura di ematologia fondazione Irccs ha spiegato che "la CAR-T, Chimeric Antigen Receptor T-cell è una tecnologia in grado di riprogrammare i linfociti T in modo che possano combattere il tumore dall'interno. È una terapia cellulare e consiste in un prelievo di linfociti T che vengono poi ingegnerizzati in laboratorio in modo che siano in grado di riconoscere in modo selettivo le cellule malate e trasmettere al linfocita il segnale di distruggerle".

Il trattamento è ancora in fase sperimentale e finora i principali risultati sono stati raggiunti su pazienti affetti da leucemia linfoblastica acuta, il tumore più frequente in età pediatrica, e da Linfoma diffuso a grandi cellule B. Buoni risultati - hanno detto gli esperti - sono stati ottenuti nei trattamenti del mieloma multiplo, tanto da determinare un miglioramento di oltre il 50% del tasso di sopravvivenza a 5 anni. "Oggi sono disponibili gli anticorpi monoclonali che colpiscono specificamente le cellule tumorali e sono già utilizzati nella pratica clinica. Sono in corso di sperimentazione altri anticorpi con doppia specificità o coniugati a tossine. La ricerca in ambito ematologico è molto vivace e sta portando risultati importanti per molti tumori del sangue. Anche per i linfomi ci sono risultati significativi", ha aggiunto Mario Boccadoro, direttore della divisione universitaria di ematologia Città della Salute e della Scienza di Torino.

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